Gattuso Bonaventura

 

Ricarichiamo la testa prima delle gambe

 

Il mio timore è che possa venir fuori il vero limite di questa squadra. Ma Gattuso non è il primo scemo che passa

 

 

Roma, Lazio, Inter, Arsenal, Genoa, Arsenal. Dal primo momento in cui si è prospettato questo calendario tanto suggestivo quanto infernale, il primo pensiero è andato in automatico a come la squadra postesse sostenere fisicamente tanti impegni duri e ravvicinati. Per di più ci si son messi anche i tempi supplementari nella semifinale di Coppa Italia all'Olimpico per metterci preoccupazione ulteriore.
Certo, se pensiamo all'ultima volta che abbiamo giocato dopo una gara infrasettimanale finita ai tempi supplementari, ci ricorderemo di quanto a Firenze dopo il Derby di Coppa Italia la mancanza di energie era sotto gli occhi di tutti. Teniamo però anche conto del fatto che parliamo di una partita che risale a due mesi fa, quando i carichi della nuova preparazione atletica impostata dallo staff tecnico di Rino fosse nel pieno dei carichi di lavoro, con giocatori come Biglia, Calhanoglu, Bonaventura e Calabria convalescenti dai rispettivi infortuni.

In quella occasione, Gattuso impostò una partita intelligentissima, fatta di gestione delle energie che permise al Milan di non giocare la sua migliore partita ma di strappare un punto meritato sul campo di una squadra che in quel frangente ci precedeva in classifica.
Ecco, per far fronte a questi extra minutaggi, Gattuso sicuramente consapevole di quanta birra c'è nel serbatorio della squadra e di ogni singolo giocatore, sicuramente per tanti fattori maggiore a quella che ci sarebbe stata in un tale momento due mesi fa, avrà pensato magari di preparare le due partite dell'Olimpico in maniera analoga impostata sulla gestione. Risaltato agli occhi e motivo di domande rivolte al Mister dopo la finale conquistata, sia contro la Roma che contro la Lazio il Milan ha fatto un primo tempo caratterizzato da un atteggiamento molto compassato, basato sulla limitazione massima dei rischi, per poi crescere via via ne corso delle frazioni di gara seguenti. Facendo mente locale sulla sfida coi giallorossi non mi sembra che la squadra abbia dovuto spremere sette polmoni per raggiungere il risultato: nel primo tempo ci siam gestiti molto bene non alzando necessariamente i ritmi ad oltranza prima che il gol di Cutrone dopo 3' del secondo tempo spianasse la strada ad un proseguo di gara facilitato, senza patemi d'animo e dispendio energetico eccessivo per gestire il vantaggio, anche per l'atteggiamento della Roma che scomparsa quasi dal campo da lì in poi. Idem con patate mercoledì sera. E' vero che ad un certo punto il Milan non ripartiva più come ad inizio partita, ma un contropiede perfetto e con tale lucidità come quello incredibilmente divorato da Kalinic non lo fai in quel modo se respiri con la lingua di fuori.

Quello che ha attirato la mia attenzione invece è l'atteggiamento un po' troppo nervoso che la squadra ha avuto, specialmente nella prima fase della partita, quando la Lazio stava profondendo il massimo sforzo per cercare il gol. L'ammonizione di Kessiè che sbatte palla per terra in un momento dove è l'avversario che ha tutto da perdere, le sbracciate stizzite di Calhanoglu ogni volta che non gli arrivava il pallone, tanto per fare due esempi. Spero che questo non sia dovuto alla poca esperienza che la squadra ha nel gestire periodi di forte pressione e di alte aspettative. Lo abbiamo visto all'inizio della stagione quanto questo ci sia stato deleterio, e siccome un derby più di ogn altra partita viene vinto da chi mette sul campo più motivazione, e di per sè ne porta diverse rispetto al solito, credo che invece di preoccuparci di quello che 120' di Lazio ci abbiano potuto far spendere a livello fisico, dobbiamo preoccuparci di quello che la partita di mercoledì e le aspettative per quella di domenica sera ci toglieranno a livello nervoso.

I media che ci danno per netti favoriti, che ricominciano a ronzarci nelle orecchie la parola Champions possono danneggiarci e non poco. Ma Rino di derby ne ha giocati una trentina, di ogni tipo e nessuno meglio di lui conosce i propri soldati e il modo migliore per evitare che tutto questo succeda.

 

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