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Vincenti, non vincenti, vittime e perdenti

 

Caso  Donnarumma: chi ha vinto, chi non ha vinto e chi pagherà il conto per tutti. 

 

 

Non sappiamo come andrà a finire, se starà un anno in panca o in tribuna a fare la bella statuina o si toglierà subito dalle scatole, cosa che io spero avvenga il prima possibile per tutta una serie di ragioni. Andassimo a chiedere ad ognuna delle parti chi ha vinto e chi ha perso in questa vicenda, previa premessa con elenco delle proprie ragioni ognuna direbbe che hanno perso tutti. Ma siccome a me i luoghi comuni danno al voltastomaco, lasciamo stare.Ma tanto non c'è bisogno nemmeno di chiederlo a loro. Siamo stupidi si, ma non così tanto da non riuscire a capire chi ne è uscito a testa alta e chi come uno struzzo dovrebbe infilare la testa sotto la sabbia, se non sotto altro.

Gianluigi Donnarumma, oggetto della disputa, si è fatto utilizzare proprio come un oggetto. E' quello che ci ha rimesso più di tutti, parlando sempre di valori morali e non economici. Noi che in campo lo vedevamo come un capitan futuro, come un leader, come un pilastro dello spogliatoio, si è dimostrato più fragile di un grissino sotto uno schiacciasassi. Che invece di essere il decisore ha finito per essere paradossalmente una vittima. Ne esce indubbiamente ridimensionato caratterialmente, e la sua giovanissima età non basta come alibi. Avoglia a piangere nello spogliatoio del ritiro della nazionale Under 21 ogni volta che si accorgeva che la sua volontà valeva meno di una banconota da 30€, e che la tua famiglia se ne frega altamente dei tuoi sentimenti, vedendoti solo come uno straripante contocorrente che para palloni tra i pali di una porta di calcio. Una marionetta a confronto è il Presidente degli Stati Uniti.

Proprio la famiglia, è quella che suscita più ribrezzo. Qui non è che ci ha perso la famiglia Donnarumma, ci ha perso proprio la famiglia in generale, la famiglia come concetto. Qui si è avuto a che fare con l'anti-famiglia. Ha praticamente fatto tutto l'opposto di quel che doveva fare. Farsi stuprare psicologicamente da un Procuratore che gli ha fatto credere che la riconoscenza che dovrebbero avere verso di lui per essersi preso cura di Gigio fin ora fosse tendente all'infinito. Quindi ha pensato bene di farsi scavalcare invece che fare la parte della vera curatrice degli interessi ma soprattutto dei sogni del proprio figlio. Mino Raiola sparge per terra crocchette e loro li a leccargli la faccia, per non dire il culo, per la felicità. Complimenti davvero, di sicuro dormono con l'enciclica "Amoris Letitia" di Papa Francesco sotto il cuscino.

E siamo arrivati al vincitore. Mino Raiola ha vinto, ha stravinto. Aveva un idea in testa, l'ha realizzata, e poco gli importa che abbia preso più porte in faccia in questi tre mesi che in tutta la sua carriera. Anzi, ad ogni flesciata diventava sempre più determinato e sempre più convinto. Piano geniale, bisogna ammetterlo, a parte tutte le prese per il culo usate come scuse. Dubbi sul progetto, solidità finanziaria, stabilità societaria, raggiungimento degli obiettivi sportivi, per finire con le minacce di mobbing. E meno male che ce li ha tutti lui i dubbi, perchè Jorge Mendes, da emerito cretino invece, ha precipitato il futuro di Andrè Silva, uno dei suoi migliori prospetti, facendolo approdare al Milan in nemmeno una settimana impegnandosi addirittura in prima persona con il Porto affinchè abbassase le pretese e concedesse lo scunto sulla clausola rescissoria. Un vero incosciente, certo. Ma la pacchia è finita, d'ora in poi deve andare a covare altrove, il più lontano possibile da qui.

E la società da tutto questo come ne esce? Sicuramente a testa alta, ma sicuramente subendo un danno economico, che ceda il giocatore ora o lo lasci andare a scadenza. Ma era da mettere in conto. Se si vuole portare avanti l'idea del totale rinnovamento, ma soprattutto dell'epurazione a tappeto, sei costretto a volte a concedere. La società Milan con in testa marco Fassone e Massimiliano Mirabelli in questa storia è la non vincente, o una vincente rimandata. La vittoria è solo rinviata a quando la puzza di marcio avrà completamente liberato Casa Milan e Milanello, e si potrà un giorno tornare a respirara aria limpida e pulita.

 

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