Milan

 

La vittoria dell'intelligenza

 

Gattuso gestisce sapientemente le energie e legge alla perfezione la partita: scacco matto a Roma!

 

 

La partita dell'Olimpico ha lasciato grande soddisfazione ed immensa gioia nei tifosi rossoneri. Il Milan non vinceva a Roma contro la Roma da quasi 7 anni ed un successo del genere riempie gli animi di orgoglio.

Tatticamente mi piace evidenziare la perfetta capacità di lettura parte di Gattuso. Una lettua duplice, della partita e delle possibilità della squadra.

Il nostro allenatore sapeva benissimo che la Roma sarebbe partita forte. Ne era consapevole anche in ragione della brutta sconfitta dei capitolini in Ucraina, aspetto che avrebbe rappresentato uno sprone ad un riscatto immediato.

E così Gattuso ha preparato un primo tempo accorto, in cui le distanze fra i reparti sono state perfette e dove le uniche reali occasioni da gol, seppur non clamorose, la Roma le ha avute su palloni persi in uscita dal Milan.

Questo tipo di atteggiamento ha portato la gara verso dove voleva Gattuso, ossia tenere i ritmi bassi per poi colpire la Roma nel secondo tempo, lavorando sui limiti strutturali dei giallorossi.

La squadra rossonera è poi venuta fuori alla distanza nel secondo tempo, sfruttando le armi che ha, ossie le accelerazioni improvvise e Suso.

Non ha dominato il gioco, perchè contro un avversario più forte non avrebbe potuto farlo. Ha però sfruttato al meglio la linea della Roma, alta e non perfettamente sincronizzata. E' stata insomma la vittoria dell'intelligenza.

I due gol rossoneri sono due errori didattici di Manolas. Il greco è un buon marcatore, è eccezionale su campo lungo, ma ha gravi limiti nella concezione difensiva di reparto.

Il dato del possesso palla e dei tiri totali sono a favore della Roma a fine partita; il Milan però si è saputo perfettamente adeguare alle esigenze della gara con enorme capacità di soffrire.

E' questa la differenza fondamentale fra Gattuso e Montella. Il primo (ancora non giudicabile come allenatore) è molto flessibile ed adegua la squadra all'avversario; il secondo invece voleva trasmettere un'identità ad una squadra che, ad oggi, può essere solo gestita.

Gattuso questo aspetto lo sta facendo in maniera sublime. Credo abbia stupito anche il più ottimista fra gli ottimisti. Quel che colpisce, di lui, è la lucidità con cui cambia le letture delle partite. I tempi per valutarlo sono ancora troppo stretti ma questi suoi primi mesi ci svelano un allenatore che in futuro avrà tanto da dire.

 

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