Ronaldo

 

Le indimenticabili dimenticate: Siena-Milan 3-4

Correva la Stagione 2006/2007: nell'anno di Atene, un Ronaldo di annata risulta decisivo in una partita dalle mille emozioni.

 

 

Non tutte le partite della tua squadra del cuore si possono classificare semplicemente tra indimenticabili e dimenticabili o deplorevoli. Non esiste solamente la vittoria contro il Real Madrid per 5-0 o la sconfitta ai rigori contro il Liverpool nel 2005. Troppo facile ricordare le vittorie entusiasmanti nei derby foganti vinti in rimonta, le sfide contro la Juventus oppure le finali (o presunte tali) che consegnavano coppe o scudetti. 
La storia di ogni tifoso contiene anche gare di secondo piano che però sono rimaste nell'immaginario collettivo solo per alcune settimane.

Una di queste riguarda la stagione 2006/07, quella dell'ultima Champions. Non è il caso di ricordare le memorabili sfide contro Manchester, Bayern o Liverpool, ma bensì una delle sfide di campionato, la più emozionante a parer mio della stagione. 
Era un sabato di metà febbraio in cui le tre squadre impegnate il martedì e il mercoledì successivo in Champions League anticipavano le loro tre gare al sabato pomeriggio alle 15. Oltre a Empoli-Roma e Inter-Cagliari valide per uno scudetto sempre più nerazzurro a Siena andava in onda un tranquillo Siena-Milan.

Il Milan, lontano dalle prime posizioni, stava risalendo piano piano la classifica per tentare di agganciare la zona Champions e in contemporanea di fare un bel cammino nella stessa manifestazione europea. Poche settimane prima era stato ufficializzato l'acquisto dal Real Madrid del Fenomeno Ronaldo che, insieme al terzino Oddo, andavano a rinforzare una squadra che da inizio stagione pativa tantissimo l'assenza di Shevchenko. 
Quel sabato a Siena il brasiliano ex Inter partiva dal primo minuto dopo aver giocato una mezz'oretta la domenica prima in casa contro il Livorno e soprattutto non essendo utilizzabile in Europa dato il suo schieramento già avvenuto tra le fila del Real. Oltre a lui Ancelotti aveva organizzato la formazione con storici primattori come Gattuso, Pirlo, Kakà e Cafu, a personaggi di seconda fascia come Bonera, Jankulovski, Brocchi e Ricardo Oliveira, colui che avrebbe dovuto far dimenticare Sheva, ma finiva ogni gara per farlo rimpiangere.
Sul fronte opposto il Siena di Beretta mostrava futuri rossoneri come Antonini a juventini del passato e del futuro come Molinaro e Manninger intervellati da vecchie volpi senesi come Vergassola. Portanova, Cozza e Maccarone.

Tra le tante perplessità di formazione, la più pressante era quella che riguardava Ronaldo: avrà sprazzi dei bei tempi oppure agirà da panzer impanzerottito e immobile? Dopo nemmeno venti minuti i dubbi si fugarono: al 17' infatti un'azione veloce mise sui piedi di Pirlo un pallone che il nostro regista non tenne un secondo di più perchè sulla zona di campo opposta agiva proprio il brasiliano che, ricevuto il pallone di testa, scavalcò con un pallonetto preciso un Manninger abbastanza a disagio. Non ci fu però tempo per festeggiare perchè Antonini fece per la prima volta una cosa che in rossonero raramente ripeterà: salto del terzino di competenza e cross in mezzo all'area dove un Corvia scoordinato colpì di mano il pallone, disperandosi vistosamente. Non fu dello stesso avviso il direttore di gara che lasciò correre, permettendo a Vergassola di colpire chirurgicamente dal limite dell'area e pareggiare.

Avevamo troppa voglia di giocare e quei tre brasiliani la davanti (Kakà, Ronaldo e Ricardo Oliveira) sfruttavano la campagna senese come i cavalli del famoso palio. Dieci minuti dopo infatti Kakà avvia l'azione, Ronaldo la rifinisce per Oliveira che con un fendente preciso infila ancora l'austriaco portiere. 
"Ovvai, siamo in vantaggio ancora una volta, non commettiamo un altro err...": sponda di un senese per Maccarone che in area, ma da posizione decentrata scarica un violento destro sul palo più lontano di Storari e rimette le cose in parità. 2-2
Già due anni prima il Franchi di Siena ci rimase indigesto quando Chiesa e Cozza ci purgarono rapinandoci i tre punti (chiedete a Sheva e alla sua rete annullata), ma stavolta la squadra toscana pareva capace appena colpita di rimediare subito.

Anzi, a inizio ripresa Cozza prima e Maccarone poi sembrano darci il colpo del definitivo KO, ma la loro mira rimane imprecisa. Ancelotti non era allenatore, almeno nel suo ultimo periodo, da far cambiare la gara con le riserve; i suoi cambi avvenivano solo nell'ultimo quarto d'ora e anche oggi il primo cambio riguarda un Pirlo da tenere a riposo per la trasferta di Glasgow tolto in favore di Gourcuff al minuto 74; un minuto dopo Oddo rileverà Cafu e al 79' ecco dentro Ambrosini per Ricardo Oliveira data l'immediata espulsione di Brocchi per un brutto intervento a centrocampo. Christian al tempo faceva a gara con Gattuso per la sua cattiveria, ma oltre ad avere meno polmoni di Ringhio teneva anche un senso di coscienza inferiore che dimostrerà nove anni dopo quando vorrà insistere su personaggi del calibro di Boateng trequartisti. Ma quella sarà un'altra storia...

La storia attuale di questo Siena-Milan 2-2 dice che siamo sotto di un uomo, abbiamo tolto una punta per un centrocampista di sbattimento (come aveva detto circa un anno prima il solito Ambro in "Eccezzziunale veramente /capitolo secondo...me") e abbiamo anche la fortuna un minuto dopo l'ingresso di Ambro di tornare in vantaggio. Segna ancora Ronaldo ma la rete porta il 90% del marchio di Kakà che va fino in fondo e la mette comoda comoda per il Fenomeno, ormai trovatosi a porta sguarnita. E' il momento di chiudersi, di respingere gli attacchi senesi con le unghie e con i denti, masticando filo spinato, ma un minuto dal novantesimo ancora un ex rossonero Locatelli, entrato da nove minuti, permetteva a Maccarone di colpire solo solissimo in area per la sua personale doppietta. Bigmac si toglie la maglia dando alla sua esultanza un carattere di chiusura del match, di pareggio insperato, di gara riacciuffata all'ultimo soffio, ma il calvo attaccante non aveva fatto probabilmente i conti con l'immortalità di quella squadra e del recupero.

Infatti il signor Messina di Cava de'Tirreni concederà ben 4 minuti di recupero dove, come nei migliori film d'azione, il bello accadrà solamente all'ultimo secondo dei 240 disponibili: Gourcuff getta in area da corner la palla della disperazione,schiena di Ambrosini affossato da un difensore senese con pallone che si alza improvvisamente e si infila nell'unico spiraglio tra la testa di un goffo Molinaro appostatosi sulla linea di porta e la traversa. 3-4! Urlano tutti , anche Ramaccioni che entra in campo forsennato come non accadeva da tempi immemori e Ancelotti si può godere questi tre punti pesantissimi conquistati grazie al suo nuovo brasiliano e alla sua storica vecchia fortuna che nei momenti finali difficilmente lo tradiva

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