sarri

 

Sportività, questa sconosciuta

 

Caro Arrigo, come fai a considerare Sarri un grande allenatore?

 

 

Ho visto con molto interesse la partita di Europa League del Napoli contro il Lipsia. Quel che penso lo tengo da parte, però mi piacerebbe sinceramente chiedere a Sacchi come fa a ritenere Sarri il suo erede oltrechè un grande tecnico. Lasciamo stare il livello di gioco indiscutibile del suo Napoli dato che ci sono altri allenatori che fanno un calcio piacevole e divertente nel mondo, magari con squadre meno forti. Io però, nel 1990, ero un bambino. E ricordo benissimo il suo/nostro Milan giocarsi fino alla fine scudetto, Coppa Italia e Coppa dei Campioni. Ricordo il mio dolore infantile e grave per quel gol di Galia, le lacrime amare per le ingiustizie di Lo Bello. E ricordo Sacchi che mai pensò di scegliere una competizione. Ne ero orgoglioso. Fino in fondo, sino alla fine. Niente calcoli. Altrimenti non è sport.

Poi vedo Sarri nelle ultime settimane dichiarare che la priorità, per loro, è il campionato. Il giorno prima di una partita di coppa poi lo sento lamentarsi del calendario, della Lega, degli orari. Uno spettacolo penoso. Il risultato contro il Lipsia non è che una conseguenza di questo clima slealmente antisportivo creato da Sarri. Forse il suo Napoli gioca così bene per far dimenticare a chi guarda quanto poco sportivo sia il suo allenatore. In ogni caso, io di Sacchi mi porto nel cuore il suo concetto di sportività, il principio per cui non si sceglie, le competizioni si onorano, le partite si giocano fino alla fine. Senza scelte preventive. Sarri, in ciò, è l'antitesi di Sacchi. Non capisco quindi come possa continuare a sponsorizzarlo come santone e maestro. E' vero il risultato non è tutto. Ma nemmeno il gioco può esserlo. Far giocare bene una squadra non è un lasciapassare per poter fare e dire di tutto. Il calcio è uno sport e piangersi addosso per ogni cosa non è leale, non è sportivo, ma soprattutto non è da uomini.

 

 

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