terza pagina

 

Il gol di una piccola svolta

 

A volte basta un gol, un semplice gol, per esaltarsi in un momento buio

 

Non fu la vittoria di uno scudetto né la conquista di un trofeo internazionale a far uscire dalle tenebre i tifosi del Milan nella prima metà degli anni ottanta… ma un gol, un semplice gol.
Alla conquista dello scudetto della Stella (1978/79) seguirono nell’ordine: un campionato decisamente anonimo che culminò con lo scandalo scommesse che condannò il Milan alla B, il primo campionato cadetto della nostra storia, un campionato di A (1981/82) orripilante terminato con una nuova retrocessione (questa volta maturata sul campo), il secondo campionato di B ed il ritorno in A nella stagione 1983/84 senza infamia e senza lode.
Cinque stagioni nerissime che ci portarono ad un ridimensionamento totale e che portò noi tifosi in un tunnel di cui non si intravedeva la fine. L’orgoglio di essere tifosi del Milan non venne mai meno, ma è innegabile che il nostro sguardo di fronte a quello dei tifosi delle grandi di quegli anni tendeva comunque ad abbassarsi.
Il 28 Ottobre del 1984 questo stato di frustrazione terminò. Il gol della vittoria (2-1) al 63’ minuto di quel Milan-Inter rappresentò la rinascita del tifoso rossonero, la fine di un incubo, la possibilità di tornare, dopo sei lunghissimi anni (dal 12/11/1978), a guardare dritto negli occhi i tifosi nerazzurri ed a ridergli in faccia.

Quel gol lo segnò Mark Hateley con un imperioso stacco di testa su un perfetto cross dalla destra di Virdis. La soddisfazione fu ingigantita dal fatto che Hateley sovrastò di molti centimetri lo stopper dell’Inter Fulvio Collovati, ex idolo dei tifosi rossoneri che negli anni di difficoltà della nostra squadra pensò bene di tradirci passando al di là dei Navigli. Insomma, un pomeriggio perfetto (non esistevano all’epoca posticipi, anticipi e notturne di campionato), un risultato perfetto, una soddisfazione enorme, ma, soprattutto, la sensazione tangibile in ognuno di noi che il Milan stava tornando ai suoi livelli!

Mark Wayne Hateley (detto Attila) nasce a Derby (che segno del destino!!!), in Inghilterra, il 7 Novembre del 1961. Figlio d’arte ed attaccante di 186 cm per 81 Kg, comincia la sua carriera professionistica nel Coventry City, e dopo 5 anni (113 gare con 34 gol) passa al Portsmouth dove si mette particolarmente in mostra, segnando 25 gol in 44 partite.
Nell’estate del 1984 il presidente Farina affida la guida tecnica a Nils Liedhom, e decide di puntare su una nuova coppia di stranieri tutta inglese, formata da Mark Hateley e da Ray Wilkins (detto “the Razor”, il rasoio).

Su Hateley i tifosi mostrarono qualche perplessità, più che altro legata al fatto che prima di lui altri due attaccanti britannici (Joe Jordan detto “lo squalo” e Luther Blisset) avevano deluso moltissimo le aspettative. Ed invece Attila ci mise pochissimo a far ricredere tutti ed a far sognare i tifosi. Già all’esordio in Coppa Italia ad agosto a Parma Mark segna il gol della vittoria finale. E non fu da meno l’esordio in campionato: al 61’ minuto di Milan-Udinese l’inglese segna il gol del momentaneo vantaggio dei rossoneri (2-2 il finale). “Collo d’acciaio” (come lo chiamava Carlo Pellegatti) si scatena alla terza giornata quando in sei minuti con due gol ribalta il risultato a favore del Milan contro la Cremonese. Ma non è finita: quinta giornata ed il Milan fa fuori la Roma (fortissima in quegli anni) grazie ai gol di Di Bartolomei ed Hateley.

Dopo il pareggio di Napoli alla sesta, il Milan si presenta alla sfida con gli odiati cugini dell’Inter. Sono sei anni che il Milan non batte l’Inter nel derby (dal gol di Aldo Maldera nel derby di andata nell’anno della stella). L’inizio non promette nulla di buono. Dopo 10 minuti l’Inter va in vantaggio grazie ad un gol di spillo Altobelli, ed ancora una volta sembra che nella stracittadina non ci sia nulla da fare per noi. Invece no, stavolta no.
Il Milan riesce a pareggiare alla mezz’ora con Diba e nella ripresa gioca una bellissima partita, cogliendo il giusto premio al minuto 63.
A firmarlo, come detto, il grande stacco di Hateley. San Siro è in delirio, ed elegge l’attaccante inglese come suo nuovo idolo. Insieme a Virdis, Hateley forma una coppia d’attacco micidiale che fa sognare i tifosi.

Il Milan si presenta la domenica dopo a Torino contro il Toro per una sfida al vertice a cui non eravamo più abituati. Ma il destino sta, ancora una volta, per metterci il suo micidiale zampino. La partita è equilibratissima e sembra incanalata verso lo 0-0. Ma al 72’ la scena che nessuno di noi avrebbe mai voluto vedere: Hateley si avvicina alla panchina e fa capire che il suo ginocchio ha dei problemi. Il Barone Liddas non solo perde Hateley, ma nel finale perde anche la parita ed addio sogni di gloria.
L’infortunio non sembra gravissimo, è solo un problema di menisco, ma Mark da quel giorno non sarà più lo stesso.
Stenta a recuperare, e sui giornali appaiono delle foto che lo ritraggono su un paio di sci a divertirsi in piena fase di rieducazione. Rientrerà alla fine del girone d’andata.
Segna due gol nelle prime due gare del girone di ritorno (a Udine ed in casa con la Fiorentina), ma poi non entrerà più nel tabellino dei marcatori fino alla fine della stagione.
Il Milan chiude il campionato bene, e per la prima volta a distanza di anni torna in Europa conquistando l’accesso alla Coppa Uefa (massimo traguardo raggiungibile in quegli anni). La stagione di Hateley si chiude con 28 presenze complessive (21 in campionato e 7 in coppa Italia) ed 8 gol (7 in campionato).

Per la stagione successiva (1985/86) la società decide di confermare la coppia di stranieri Wilkins-Hateley.
L’inizio di Attila anche stavolta è folgorante.
Tre gol nelle prime cinque giornate di campionato e, soprattutto due indimenticabili serate di coppa Uefa nei primi due turni della manifestazione.
Nel primo turno affrontiamo i francesi dell’Auxerre, e dopo aver perso 3-1 in trasferta, il Milan gioca una partita perfetta nel ritorno: 3-0 secco ed uno dei gol (il secondo) porta la firma di Hateley.
Nei sedicesimi il Milan affronta i tedeschi dell’Est della Lokomotiv Lipsia. Partita d’andata a S.Siro.
Il Milan spinge per tutta la partita ma non riesce a sfondare fino alla mezz’ora della ripresa, poi in due minuti l’apoteosi.
Al 74’ segna Virdis su rigore, e due minuti dopo Hateley firma il gol del raddoppio.Indimenticabile la scena di Mark che esulta sotto la curva aggrappandosi alla traversa. Tutto sembra filare liscio, ma ancora una volta dura poco.

Il presidente Farina ha seri guai con la giustizia e sta per portare sull’orlo del fallimento anche il Milan.
E’ il caos più totale. La squadra gioca in un clima infernale, ed a dicembre il presidente, dopo la clamorosa eliminazione in Uefa dai modestissimi belgi del Waregem, viene duramente contestato dai tifosi. Da lì a due mesi la società verrà acquistata da Silvio Berlusconi. La squadra finirà la stagione in maniera mediocre (settima e fuori dall’Europa), ma nonostante tutto Hateley concluderà con un bottino complessivo di 11 gol in 30 partite giocate (8 in campionato, 1 in coppa Italia e 2 in coppa Uefa).

Mark viene confermato anche dalla nuova dirigenza per l’anno successivo (stagione 1986/87), ma la terza sarà la sua stagione peggiore.
In un Milan che sta radicalmente cambiando pelle, il centravanti inglese fa una fatica bestiale a farsi largo. Segnerà solo 2 volte (alla decima ed alla ventiseiesima giornata), e l’impressione è che la sua avventura nel Milan stia per concludersi. Nel Milan olandese del futuro che sta per nascere per “Collo d’Acciaio” non c’è più spazio.
Terminerà la sua avventura rossonera con questi numeri: 86 gare ufficiali disputate e 21 gol realizzati.

Nel 1987 si trasferisce al Monaco, dove rimane fino al 1990. In Francia disputa 68 partite e segna 24 gol, contribuendo nella stagione 1988/89 alla conquista del titolo francese.

La parte più esaltante della sua carriera l’ha trascorsa in Scozia con la maglia dei Rangers Glasgow. Gioca con gli scozzesi 218 partite segnando 112 gol, vincendo in sette stagioni 6 campionati, 4 coppe di Scozia ed 1 coppa di lega. E’ stato inserito di diritto nella Hall of Fame del prestigioso club scozzese.
Concluse la carriera con le maglie di Queens Park Rangers, Leeds United, ancora Rangers Glasgow, Hull City e Ross County.
Conta 32 presenze e 8 gol con la maglia dell’Inghilterra e 10 presenze ed 8 gol con l’Under 21.

Oggi Mark Hateley fa il commentatore sportivo ed è l’ambasciatore all’estero dei Rangers Glasgow.

Questa è la storia di un calciatore che non ha sarà mai ricordato per aver fatto la storia del Milan, ma che per noi tifosi rossoneri che abbiamo vissuto quegli anni, resterà per sempre l’uomo che con un gol bellissimo in un derby ci permise di liberarci di un incubo, ma soprattutto ci ha dato nuovamente la possibilità di affronatare a testa altissima i nostri rivali di sempre.
Insomma, per molti di noi Mark “Attila” Hateley fu “l’uomo di una piccola svolta”



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