GUIDA

 

Il VAR è uguale per tutti....o no?

 

Ci sono ancora differenze di trattamento. La discrezionalità conta ancora molto

 

 

Partiamo da un presupposto, l’introduzione del Var nel campionato italiano di calcio è sicuramente qualcosa di positivo, qualcosa da cui ormai è impensabile tornare indietro. Tutto ciò che serve a limitare l’errore umano dell’arbitro o di un assistente è il benvenuto. Certo, questo primo anno di applicazione è servito (e serve) a capirne pregi e difetti, ma soprattutto serve ad analizzare gli errori per migliorarne sempre di più l’utilizzo. Ad esempio, l’esperienza ha smontato uno delle obiezioni a cui si aggrappavano i più fieri oppositori della sua introduzione, e cioè il fatto che usare la tecnologia avrebbe allungato a dismisura la durata delle partite: meglio perdere 2/3 minuti a partita piuttosto che terminare le gare travolti dai dubbi e prestando il fianco ad inutili e sfiancanti polemiche. Gli errori ci sono e vengono commessi ancora in regime di Var, ma le statistiche dicono che gli errori gravi in più di metà campionato non superano la decina, e questo è già sufficiente per benedirne l’uso. Tuttavia non è corretto prendere tutto per buono e non riconoscere che esistono ancora ampi margini di miglioramento.

Avete presente quella vecchia regola che diceva che nel dubbio il guardalinee non deve alzare la bandierina? Ecco, da osservatore esterno, attualmente non coinvolto nella lotta per lo scudetto, si ha l’impressione che davanti al Var siamo tutti uguali....ma qualcuno è più uguale di altri. Le roventi polemiche che hanno accompagnato l’argomento Var sulle gare di Napoli e Juventus hanno creato una sorta di tendenza da parte degli arbitri ad usare un trattamento diverso nei confronti di queste due squadre. Come dicevamo prima, la netta sensazione che quando esiste un dubbio su qualche episodio contrario a queste squadre la decisione sia quella di “tenere giù la bandierina”, e cioè di non prendere provvedimenti a loro “sgraditi”. Così il fallo di Khedira su Acquah in Juve-Toro che porta al raddoppio della Juve non è considerato tale, il fallo di mano di Koulibaly contro il Bologna è sicuramente involontario, come lo sono quelli di Mertens a Crotone e Bernardeschi a Cagliari (dove gli arbitri neanche si sono sentiti in dovere di andare a visionare i replay); e la marcia indietro del rigore dato alla Fiorentina e poi tolto per fuorigioco? Con quanta solerzia arbitro e tecnici interpretano come involontario il tocco di Alex Sandro camminando sul filo del rasoio nell’interpretazione del regolamento! Per carità, hanno preso la decisione corretta (forse), ma perché abbiamo la sensazione che fosse successo ad un’altra squadra l’interpretazione sarebbe stata diversa? Ve lo ricordate l’arbitraggio di Maresca in Milan-Crotone, o la differenza nell’interpretare il terzo gol di Kalinic in Milan-Udinese (poi annullato) è quello di Insigne in Napoli-Milan (prima annullato e poi convalidato)? E l’espulsione di Bonucci in Milan-Genoa? Se fate mente locale agli episodi citati avrete sicuramente capito cosa vogliamo dire: ci sono squadre a cui contano anche i peli nel sedere nel prendere una decisione ed altre in cui ci si affida a ciò che prevede il protocollo di applicazione del Var per non correre il rischio di prendere una decisone che le possa danneggiare. Lungi da noi la volontà di assumere posizioni complottiste o di voler fare della dietrologia, diciamo che da sostenitori dell’utilizzo del Var ci auguriamo che tutto serva a renderne sempre più equo ed obiettivo l’utilizzo.

 

banner orizz pubb mdtube

Su questo sito usiamo i cookies, anche di terze parti. Navigandolo accetti.