Milan 1992/93

 

Quella storica allergia ai filotti di vittorie

 

Bisogna risalire ai Milan di Capello e di Sacchi del ‘90 per trovare qualche striscia cospicua 

 

 

Resta l’amaro in bocca per un successo mancato che poteva addirittura riaprire qualche speranza per la corsa alla prossima Champions (distante, come una settimana fa, 10 punti). Amarezza dettata dal fatto che la gara era in pieno controllo fino al l’espulsione di Calabria, episodio che ha sparigliato le carte e che è poi andato a fare il paio con una autorete tanto sfortunata quarto clamorosa. Resta, tuttavia, la sensazione di un Milan in netta crescita, ormai solido ed equilibrato, con una mentalità ben precisa e con una discreta consapevolezza dei propri mezzi (finalmente venuti fuori). Dopo il pari dell’Inter (e della Samp) tutti siamo stati attratti dal grande significato che avrebbe avuto vincere ad Udine ed infilare la quarta vittoria consecutiva. Così come tutti nello stilare una specie di tabella di marcia abbiamo poi pensato che non si può non andare a Ferrara e vincere contro la Spal. E la Samp la domenica dopo? Non vorremo mica farci sfuggire l’occasione dello scontro diretto interno per scavalcare e metterci finalmente alle spalle la squadra di mister Giampaolo! E poi, se avessimo fatto queste altre tre vittorie consecutive c’era una buona possibilità di aver accorciato ulteriormente le distanze rispetto alle squadre che lottano per accaparrarsi le posizioni che valgono la partecipazione alla prossima Champions (Inter e Roma). Poi ti risvegli dai tuoi conteggi e pensi che tutto ciò avrebbe significato 6 vittorie consecutive (alle tre già maturate si sarebbero aggiunte Udine, Ferrara e Samp in casa).

Sei vittorie consecutive? Ecco, tra tutte le certezze che ci siamo costruiti nella nostra carriera da tifosi rossoneri, una riguarda proprio l’incapacità (o impossibilità) del Milan di fare dei filotti di vittorie. Le vittorie consecutive negli ultimi sette o ottto anni non sono mai andate oltre le 5 (fatte col Milan di Seedorf e che si sono poi rivelate inutili ai fini di una qualificazione in EL), ed addirittura non sono mai state più di quattro neanche nell’ultimo Milan scudettato di Allegri (2010/2011). Bisogna risalire ai Milan di Capello ed al Milan di Sacchi del ‘90 per trovare qualche striscia cospicua di vittorie, e comunque anche in quegli anni di grandissimo Milan non si è mai raggiunta la doppia cifra, dal momento che il record assoluto di vittorie consecutive appartiene al Milan della stagione 1950/51 (10 le vittorie consecutive, record ancora imbattuto). Se pensiamo che da quando esistono i campionati a 20 squadre quasi tutte le grandi squadre (Juve, Roma, Inter e Napoli) hanno aggiornato continuamente i record, non possiamo che prendere atto che il Milan abbia una sorta di allergia ai successi in sequenza.

Per questo è bene prendere tutto il buono del pari di Udine, contro un avversario che comunque sotto la guida di Oddo sta facendo un ottimo campionato. Per vincere ad Udine sarebbe servita quella cattiveria e quella esperienza che purtroppo questo Milan ancora non ha, e per certi versi è inevitabile che sia così per una squadra che comunque nella sua formazione titolare schiera costantemente 5 o 6 giocatori con una età inferiore ai 25 anni. Questo è un prezzo che spesso si deve pagare. Ed allora, interrotta la serie in corso, non ci resta che augurarci di riprenderne una nuova a partire da Ferrara sabato prossimo. Il ruolino di marcia che sta tenendo il Milan di Gattuso da dopo a Natale in poi è quello giusto, confermarlo sarebbe già una grande cosa. Poi i conti li facciamo alla fine.

 

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