Milan - lazio

 

La partita "pesata"

 

Gattuso sceglie di non rischiare: ogni discorso rimandato di quattro settimane

 

 

Strategica, tirata, tattica. Sono questi i primi tre aggettivi utili per descrivere la prestazione del Milan contro la Lazio nella partita di andata di Coppa Italia giocata a San Siro ieri sera. Col dovuto rispetto e pesando nella maniera opportuna il paragona, la partita ha ricordato molto l'andata che il Milan di Ancelotti giocò nel derby contro l'Inter in Champions League nel 2002-2003. Sono passati 15 anni e Rino Gattuso, oggi allenatore del Milan, sembra aver voluto ispirarsi al suo maestro oltrechè mentore nell'interpretazione di una gara importante ma non decisiva. E così ne è nata una gara bloccata, con linee di passaggio quasi del tutto chiuse, con la linea difensiva milanista sempre brava a scappare sulle palle verticali e sempre attenta sulle imbucate delle mezzali biancocelesti.

In 90 minuti, Donnarumma è chiamato a compiere un solo ed unico intervento decisivo, su Immobile. In quell'occasione, la Lazio era stata molto brava a prendere il Milan sbilanciato e con la linea non a posto grazie ad una palla verticale giocata meravigliosamente da Milinkovic su Lukaku. Ottimo l'intervento del nostro portiere ma su questo tipo di situazioni il Milan deve riflettere in ordine alla crescita in marcatura di Romagnoli, ancora troppo leggere in questo fondamentale. Il Milan comunque porta a casa uno 0-0 sempre prezioso in partite di coppa e si lascia dietro addirittura qualche rimpianto vista l'occasione sprecata da Calhanoglu.

Una riflessione tattica finale: il Milan soffre e non riesce a sviluppare la sua manovra quasi sempre quando viene spostato Bonaventura dalla posizione di mezzala sinistra, in quanto il suo ruolo è fondamentale nella salita della squadra, trattandosi del giocatore in grado di ricevere anche sotto pressione e bravo nel tenere il pallone quei secondi necessari alla squadra per alzarsi. A sinistra, da esterno offensivo, Jack non riesce a fornire lo stesso contributo. Or bene, il 442 finale, adottato da Gattuso con l'inserimento di una seconda punta, può essere una variante preziosa nelle situazioni in cui non è possibile schierare il consueto 433 con i giocatori tipici. A mio personale avviso, è una strutturazione di campo che vedremo sempre più spesso. Soprattutto in corso d'opera.

 

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