gattuso

 

Un pareggio quasi programmato

 

Uno 0-0 dal sapore "Ancelottiano" quello di ieri. Male Locatelli e Suso (stanchissimo): nella rosa mancano ricambi proprio sull'esterno e sulla mezz'ala. Ora tour de force

 

 

Sapiente la gestione tattica della gara di Gattuso. Rino ha imparato dal Maestro, Carlo Ancelotti. E si vede. 

La gara di ieri ha ricordato molte gare di andata in celebri doppie sfide del Milan "Ancelottiano". Quando c'era un Milan magari in difficoltà e stanchezza, con poca possibilità di fare turn over, Ancelotti preparava la gara di andata puntando allo 0-0, per vedersela poi alla gara di ritorno. Basti citare l'Ajax, l'Inter, il Celtic, l'Arsenal, per ricordarne qualcuno. Quasi sempre è andata bene, per il Milan. Gattuso si augura lo stesso il 28 febbraio a Roma, quando basterà anche un pareggio, con reti, per accedere alla sua prima finale in carriera. 

 

Certo, all'allenatore rossonero stava per riuscire il colpaccio. Se solo Calhanoglu fosse andato sul pallone lasciato in area da Strakosha, solo da buttare in porta, con meno sufficienza, ora il Milan sarebbe davvero ad un passo dalla finale di Tim Cup. 

Prima non prenderle, concetto fondamentale in doppio confronto cosi' tirato. Gattuso ha quindi fatto il turnover necessario, dovuto più alle contingenze che ad una rotazione scientifica. Abate per l'affaticato Calabria, Borini a sinistra data l'indisponibilità di Rodriguez e la stanchezza di Antonelli, Locatelli in luogo di Calhanoglu. 

Proprio quest'ultimo continua ad essere la grande delusione di questo Milan. Una pedina sul quale Gattuso, stante cosi' le cose, potrà contare sempre meno, date le prestazioni quasi sconcertanti. 

L'altro giocatore sotto tono è stato Suso. Non a caso l'esterno offensivo e la mezz'ala sono e restano i ruoli scoperti nelle rotazioni per Gattuso. Sarà dura fare turnover intelligente da qui a metà marzo, per affrontare le gare che aspettano i rossoneri in campionato, coppa italia ed Europa League. 

 

A tal proposito, da non sottovalutare il passaggio al 4-4-2 finale. D'altronde, Gattuso deve fare di necessità, virtù. Senza mezze ali, e con 3 punte centrali, meglio passare a 2 in mezzo ed adoperare il doppio attaccante, per facilitare anche le caratteristiche di Silva e Kalinic, che preferiscono avere un compagno affianco con il quale spartire il fronte offensivo. 

 

Il 4-3-3, molto più simile ad un 4-1-4-1 con Biglia molto (forse troppo...) schiacciato sulla linea difensiva, resta però la strada maestra. Il Milan si è ritrovato e punta ora a risalire in campionato. Tre trasferte consecutive aspettano però gli uomini di Gattuso. Udine, Ferrara e poi Ludogorets. Un trittico complicato, che preparerà poi un altro tour de force che vedrà la Samdpria, ancora il Ludogorets e la doppia trasferta romana cn Roma e Lazio (nella semifinale di ritorno) prima del Derby e di un eventuale ed auspicato ottavo di finale europeo. Il tutto ogni tre giorni. Servirà bravura, astuzia e tanta fortuna a Gattuso, che però in queste gare ha ritrovato compattezza (1 gol solo subito in 180' dal miglior attacco italiano) e grande sapienza, qualità che forse non tutti attribuivano ancora all'allenatore calabrese. 

 

 

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