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I numeri ambiziosi di Fassone e Li

 

Tutti i numeri e le considerazioni circa l’ambizioso piano di Mr Li “congelato” dall’Uefa. Si prevede lo scudetto entro 5 anni

 

E’ ambizioso, forse troppo, il piano industriale presentato dall’uomo d’affari cinese Mr Li per la crescita dei ricavi del club rossonero nei prossimi 5 anni. Il piano è stato presentato all’Uefa qualche mese fa ma il Governo del calcio europeo ha rimandato la decisione ad Ottobre per verificare se sia o meno realistico, nel frattempo Fassone dovrà apportare qualche modifica.
Il club rossonero ha ritirato la propria iniziale richiesta per un "Voluntary Agreement" ma, allo stesso tempo, ne ha formalmente presentata una nuova, come consentito dal regolamento del fair-play finanziario, in caso di cambio di proprietà. In particolare, l’Uefa avrebbe chiesto al Milan chiarimenti sulla struttura proprietaria e proprio sulle prospettive di ricavi sul mercato cinese.

Il Sole 24 Ore è riuscito ad avere alcuni passaggi fondamentali del piano industriale. Quello che più impressiona sono i numeri di espansione sul mercato cinese. Ma colpisce anche uno dei punti cruciali del piano industriale: la volontà di un progressivo miglioramento nella graduatoria dei primi club della Serie A italiana, con la qualificazione alla Champions League, e il primo posto in campionato che è prefissato in 5 anni.

Sul fronte dei numeri i ricavi totali dovrebbero salire dai 206,3 milioni della stagione 2015/2016 e 196,2 milioni della stagione 2016/2017 ai 273 milioni di fine 2018, per balzare a 426,2 milioni a fine 2019, a 447,5 milioni nel 2020, a 486,1 milioni nel 2021 per concludere a 524 milioni nella stagione 2021/2022 più che raddoppiando quindi il fatturato rispetto all’attuale.

Il vero punto cruciale sarà la crescita del mercato cinese, dove eè in costituzione la newco Milan China. Già nella prossima stagione ci dovrebbero essere, secondo il business plan, circa 90 milioni di euro in più. Nel 2018/2019 il giro d’affari tra la Grande Muraglia passerà a 183 milioni, a fine 2020 a 196 milioni, a fine 2021 a 213,5 milioni, nel 2021/2022 a 225 milioni. Insomma, numeri assai ambiziosi, che la stessa Uefa ha ritenuto da verificare nei prossimi mesi, per capire se siano realistici o meno.

Per quanto riguarda le altre fonti di ricavi sembrano più realistiche: le entrate da broadcasting (esclusi i diritti Uefa) dovrebbero passare dai 98 milioni del 2016/2017 ai 107 milioni di fine 2022. Le entrate da sponsor dovrebbero salire dai 76 milioni del 2017 agli 84 milioni del 2022. Quelle da stadio dai 22 milioni del 2017 ai 40 milioni del 2022. Infine le entrate Uefa dovrebbero passare dai 46 milioni della stagione 2018/2019, quando è previsto il ritorno in Champions League, ai 68 milioni della stagione 2021/2022.

Sul fronte dei costi, le uscite più rilevanti riguardano quelle del personale (che passeranno da 142 milioni a 252 milioni) e quelle da sostenere per il mercato cinese (che cresceranno da 40 milioni a 89 milioni). Importante la crescita della marginalità nel business plan: con l’Ebitda (post diritti sui giocatori) che dovrebbe raggiungere gli oltre 127 milioni nella stagione 2021/2022.

Anche per i meno ferrati sull'argomento questi sembrano davvero numeri troppo positivi. Soprattutto i Duecento milioni di ricavi dalla Cina a stagione, per fare un esempio ad oggi il Barça non va oltre i 15 milioni.
Insomma, numeri assai ambiziosi che ora Yonghong Li e l’amministratore delegato Marco Fassone dovranno dimostrare di essere credibili. Ad Ottobre ne sapremo di più sperando davvero che il Milan riesca a chiudere questo accordo per evitare uno "Settlement Agreement" che potrebbe limitare di molto le spese sul mercato.

 

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