Pagni - Cerruti                       

 Ci sarà un limite alle bufale prima o poi?

 

Strumentalizzare notizie e disinformare sul Milan è diventato ormai uno sport olimpico

 

 

Mentre il vedovo Alberto Cerruti continua a presagire il fallimento societario e su Repubblica continuano a volare stronzate, dall’agenzia ANSA veniamo a sapere che la società Milan ha messo in stand-by la risposta alla proposta di rifinanziamento per 400 milioni con durata cinque anni avanzata dal fondo Highbridge. La motivazione consiste nel fatto che prima di dare una risposta a questo interlocutore, Fassone e compagnia vogliono sentire delle proposte alternative da parte di altri intermediari finanziari, il tutto, naturalmente, legato al fatto che si cerca di valutare proposte a condizioni migliorative. Allora delle due l’una: o Highbridge e gli altri sono dei pazzi che si mettono a prestare 400 milioni ad una società che è prossima al fallimento e che, come tale, non può offrire nessuna garanzia, oppure la situazione dell’Ac Milan non è poi così disperata come qualcuno si ostina a scrivere. C’è anche una terza ipotesi, la più realistica, e cioè che una operazione di rifinanziamento è una cosa normalissima per una società di queste dimensioni, con una esposizione di questa entità e con una proprietà che continua a ricapitalizzare secondo quelle che sono le delibere societarie. Ciò che succede a pochi metri di distanza in casa Inter è lì a dimostrarlo, ma evidentemente non basta.

Naturalmente c’è chi strumentalizza le notizie ed offre versioni completamente opposte, usando anche numeri inventati a sostegno della propria tesi. Dalle colonne di Repubblica (e te pareva) impariamo che non è il Milan ad avere (per ora) rifiutato le condizioni poste da Highbridge, ma è il fondo americano che si sta sfilando dall’operazione dal momento che venerdì scadranno le otto settimane di trattativa esclusiva siglata con l’advisor Bgb Weston. E come se non bastasse, abbiamo scoperto che a Repubblica qualcuno ha problemi con la matematica finanziaria. Secondo il giornale il Milan deve restituire a Elliott la cifra complessiva di 383 milioni di Euro comprensivi degli interessi. Dunque, ragioniamo: se il debito complessivo (Ac Milan più Yonghong Li) contratto ad Aprile 2017 ammontava a 303 milioni di Euro ciò significa che ci sarebbero da pagare 80 milioni di interessi. Ma ammettendo che ciò fosse vero, significherebbe pagare interessi ad un tasso del 26%; considerando poi che il debito ha una durata di 18 mesi e che al momento ne sono trascorsi solo otto di mesi, stiamo parlando di cifre fuori da ogni realtà, inventate di sana pianta. Altro che tassi di usura! Giusto per la cronaca ricordiamo che l’accordo con Elliott prevede un debito di 180 milioni ad un tasso dell’11,5% in capo a Yonghong Li, ed uno di 123 milioni ad un tasso del 7,7% in capo all’Ac Milan (vale a dire che se il Milan ripagasse il suo debito l’ultimo giorno di scadenza ad ottobre del 2018 pagherebbe interessi per meno di 46 milioni di euro). Come vengano fuori 80 milioni di interessi è un mistero. Eppure la matematica (anche quella finanziaria) non è un’opinione.

Ormai sulle questioni societarie siamo abituati a leggere di ogni, il problema che esiste una parte di tifosi che crede anche al fatto che gli asini volano e si accoda a chi ha deciso per mestiere di screditare la nuova proprietà del nuovo Milan.

 

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