Montella, Gattuso

 

Gattuso ha ribaltato Montella

 

Gambe, campo e testa.  Le diverse metodologie di Rino rispetto a Vincenzo

 

 

La netta sensazione che abbiamo ricavato in questo primo mese di gestione Gattuso è che l’ex tecnico della Primavera rossonera abbia dovuto cominciare tutto daccapo. Dai giorni immediatamente successivi all’insediamento più volte Gattuso è tornato sul problema della preparazione fisica della squadra, individuando in essa una delle cause principali dello scarso rendimento e dei risultati negativi. Non è escluso che l’inizio di stagione anticipato per partecipare ai preliminari di Europa League abbia avuto la sua influenza, così come il fatto di non aver contemporaneamente rinunciato alla tournée in Cina può essere stata una variabile importante in questo senso. L’allontanamento del fido preparatore Marra da parte di Vincenzo Montella (dopo molti anni di collaborazione) forse non è stato solo il tentativo di trovare a tutti i costi un capro espiatorio, ma una presa di coscienza che effettivamente i metodi usati nella preparazione della stagione non erano affatto adeguati alla situazione. Colpa, dunque, del preparatore atletico, ma ciò non può sottrarre Montella alle sue colpe, dato che lui è comunque il responsabile di tutto ciò che il suo staff decide. Che il Milan spesso abbia messo in mostra un passo a scartamento ridotto rispetto all’avversario è stato fin troppo evidente, e si sa bene come spesso le gambe facciano fatica a seguire ciò che il cervello dice; il problema della preparazione atletica, quindi, ha avuto un peso non secondario sullo scarso rendimento della squadra e di molti dei singoli giocatori. La prossima sosta in programma dopo la gara col Crotone può essere una ottima occasione per migliorare la condizione fisica della squadra.

Gattuso ha anche fatto marcia indietro rispetto al modulo impostato da Montella. Il neo tecnico del Siviglia dopo la scoppola dell’Olimpico con la Lazio aveva virato dal 4-3-3 al 3-5-2, anche se non ha mai dato la sensazione di essere convinto che questo fosse il sistema migliore per gli uomini a disposizione. La difesa a tre lo aveva, forse, aiutato a risolvere il problema degli uomini in marcatura; l’inserimento nei tre di Zapata era un modo per sopperire al fatto che sia Bonucci che Romagnoli danno il meglio in fase di impostazione e quando hanno al loro fianco un marcatore puro. Tuttavia questa scelta aveva creato non pochi equivoci alla squadra dalla cintola in sù, soprattutto perché il modulo finiva quasi per penalizzare Suso. Con Gattuso si è tornati alle origini, un 4-3-3 che dovrebbe aumentare la impermeabilità della difesa e che ha messo Suso e Bonaventura più vicini alle spalle dell’unica punta. Tuttavia c’è da dire che in fase difensiva le cose non sono migliorate di molto, avendo comunque la squadra incassato una media di quasi due gol a partita. La sensazione è che il dilemma tattico ce lo porteremo avanti per gran parte della stagione (e qui non si può non chiamare in causa qualche difetto di costruzione della rosa da parte della società nel mercato estivo), ma è comunque evidente come anche su questo piano Gattuso stia prendendo le distanze dal Milan di Montella.

Importante, sicuramente, il lavoro di Gattuso sul piano mentale e motivazionale. Naturalmente la scelta della società di sostituire Montella con Gattuso non è stata casuale, perché si è pensato che proprio sul piano caratteriale questa squadra avesse bisogno di una scossa. Gattuso motiva i suoi, si sforza di fare gruppo, di aumentare il senso di responsabilità di ogni giocatore nei confronti della maglia che indossa, di spingere i vecchi ad aiutare l’inserimento nel gruppo dei nuovi (che sono la metà della rosa a disposizione). Da questo punto di vista le differenze col Montella di questa stagione sono enormi. Montella sul piano motivazionale ha svolto un grande lavoro lo scorso anno, quando è riuscito a tenere il gruppo concentrato e completamente isolato rispetto alle vicende societarie, e creando una squadra solida mentalmente con una precisa identità; proprio la voglia della squadra di non perdersi d’animo di fronte alle situazioni più complicate e di rimontare situazioni che sembravano perse (le numerose rimonte e la gara di Bologna per intenderci), sono state tra le caratteristiche migliori della passata stagione. Probabilmente Montella quest’anno non è stato in grado di gestire sin da subito una rosa completamente rinnovata e rivoluzionata, e sopraffatto dai dubbi di ordine tattico ha fatto anche fatica a lavorare sulla costruzione di un gruppo solido e motivato. Le sue incertezze si sono trasferite, inevitabilmente, sulla squadra, creando un mix da cui sono scaturite prestazioni poco convincenti e risultati non all’altezza.

Personalmente non sono mai stato favorevole al cambio in corsa della guida tecnica della squadra, ed in assenza di un allenatore all’altezza subito mi sarei concentrato sulla scelta del tecnico a cui affidarsi a partire dal prossimo anno; tuttavia è indubbio che le responsabilità di Montella siano state tante, e che il tecnico campano questa stagione ci abbia capito veramente poco.

 

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