Frutta, menù e... scommesse!
Un negozio di frutta, un ristorante romano e tanti milioni (di lire) che girano
Un negozio di frutta, un ristorante romano, dei clienti illustri e tanti milioni (di lire) che girano.
Sembra l’ambientazione di un film-commedia all’italiana, in realtà è lo scenario che fa da sfondo al primo grande scandalo che ha coinvolto il mondo del calcio tra il 1979 ed il 1980.
Quella volta il colpo fu terribile: chi ha vissuto quegli anni non si scorderà mai la domenica del 23 marzo 1980.
Quella domenica, in apertura di 90° minuto (la prima trasmissione a mandare le immagini delle partite di serie A), un pallido Paolo Valenti diede la clamorosa notizia in anteprima, e fu sconvolgente vedere le immagini delle auto e delle camionette della Polizia e della Guardia di Finanza che facevano irruzione negli stadi e portavano via in manette alcuni dei calciatori e dei dirigenti coinvolti nello scandalo.
Le immagini delle auto sulla pista dello stadio Olimpico di Roma in attesa dei “delinquenti” da portare via rimangono indelebili nella mente di noi tutti.
Quelle crude immagini ci misero per la prima volta davanti al fatto compiuto, e servirono a confermare un sospetto che è sempre aleggiato nell’aria ma al quale nessuno voleva credere: molte delle squadre e delle partite della serie A erano truccate!!!
La cosa più atroce fu il fatto che il nostro Milan era pienamente coinvolto in quella schifosa vicenda.
E torniamo allora al nostro scenario iniziale.
Un tale Massimo Cruciani, commerciante romano di frutta, si presenta alla Procura della Repubblica di Roma il 1° marza 1980 per rilasciare una confessione che darà il via ad un autentico terremoto.
Il signor Cruciani è travolto dai debiti ed è inseguito dai “gestori” delle scommesse clandestine, ed in piena crisi esistenziale decide di spifferare tutto.
Ed è proprio dal testo originale di questa confessione che ricostruiamo per voi tutta la storia.
Il Cruciani, per lavoro, rifornisce la frutta ad un noto ristorante della capitale (Le Lampare) che è di proprietà del signor Alvaro Trinca.
Il ristorante è ben frequentato, e tra gli avventori ci sono alcuni calciatori della Lazio, in particolare Wilson, Manfredonia, Giordano e Cacciatori.
Cruciani entra in contatto con questi giocatori, poiché è un grande appassionato di calcio e di scommesse.
I quattro fanno capire a Cruciani che è possibile truccare i risultati delle partite e, di conseguenza, si può scommettere “sul sicuro”. La cosa avrebbe potuto essere estesa ad altri giocatori di altre squadre che si sarebbero resi disponibili.
Il giochino è semplice… troppo semplice: i calciatori prendono contatto con colleghi di altre squadre per combinare i risultati delle partite, il Cruciani scommette per sé e per conto dei calciatori al totonero, incassa le vincite e le distribuisce ai “partecipanti”.
La prima prova fu fornita da un incontro amichevole dell’ottobre 1979, in cui i quattro dimostrarono che grazie alla collaborazione del calciatore del Palermo Guido Magherini, quella partita sarebbe finita in parità.
Dopo quella partita Cruciani prende contatti con Magherini per combinare il risultato di Taranto-Palermo prevista il 9 dicembre del 1979.
Magherini organizza il pareggio tra le due squadre, e chiede a Cruciani di puntare 10 milioni di lire per lui e di consegnare 10 milioni a testa ai giocatori del Taranto Renzo Rossi e Giovanni Quadri.
Cosa succede? Beh, succede un piccolo contrattempo: che il Palermo vince la partita!
Cruciani chiede a Magherini la restituzione dei 30 milioni versati (compresi quelli ai giocatori tarantini), ma questi si rifiuta.
Nel frattempo Cruciani (ed alcuni suoi amici) avevano scommesso, e quindi perso, sul pareggio, la modica cifra di 160 milioni di lire.
Il “fruttarolo romano” insiste per riavere i soldi, e Magherini gli promette, in cambio, il “risultato certo” di Lanerossi Vicenza-Lecce.
Nella stessa data (6 gennaio 1980) si gioca Milan-Lazio, e Cruciani combina con i suddetti giocatori della Lazio il risultato di tale partita.
La “legata” prevede la vittoria del Vicenza sul Lecce e quella del Milan sulla Lazio.
Magherini mette in contatto Cruciani con Claudio Merlo (Lecce), il quale riceve un assegno di 30 milioni per assicurare la sconfitta della sua squadra.
Per quanto riguarda Milan-Lazio, i biancazzurri Wilson, Manfredonia, Giordano e Cacciatori si accordano col portiere rossonero Enrico Albertosi.
Per questa partita Cruciani consegna tre assegni da 15 milioni e due da 10 milioni a Giordano, Manfredonia, Wilson, Viola e Garlaschelli.
Un altro assegno da 15 milioni va a Cacciatori (il quale lo incassa intestandolo ad un certo Orazio Scala).
Ed il Milan che fa? Il Milan contribuisce alla combine inviando 20 milioni in contanti attraverso il suo calciatore Giorgio Morini due giorni dopo la partita (che il Milan in effetti vincerà).
Wilson, Manfredonia, Giordano e Cacciatori chiedono a Cruciani di puntare per loro conto la cifra di 20 milioni sulla sconfitta della Lazio.
La vincita di 80 milioni non dovrà essere consegnata ai giocatori laziali, ma dovrà essere girata a tre giocatori dell’Avellino ( Cesare Cattaneo, Salvatore Di Somma e Stefano Pellegrini) come somma necessaria per concordare la sconfitta degli Irpini contro la Lazio la settimana successiva.
E Cruciani ed i suoi amici? Per l’accoppiata combinata (vittoria Vicenza e Milan) gli sciagurati decidono di puntare 200 milioni di lire.
Tutto bene? Neanche per sogno, perché il Milan batte la Lazio (e fin qui ci siamo), ma Vicenza-Lecce finisce 1-1. Un disastro economico!!!
Cruciani nell’esposto/denuncia specifica: “Desidero peraltro precisare che le squadre coinvolte in questa storia sono anche l’Avellino, il Genoa, il Bologna, la Juventus, il Perugia, il Napoli. Ciò nel senso che i relativi giocatori o meglio alcuni di essi come Carlo Petrini (Bologna), Giuseppe Savoldi (Bologna), Paris (Bologna), Zinetti (Bologna), Dossena (Bologna), Colomba (Bologna), Agostinelli e Damiani (Napoli), Paolo Rossi, Della Martira e Casarsa (Perugia), Girardi (Genoa) ed altri hanno partecipato agli incontri truccati percependo denaro o richiedendo, in cambio dei loro favori, forti puntate nel loro interesse.”
Cruciani per rientrare continua ad anticipare i soldi delle puntate e quelle destinate alle squadre “da accomodare”.
Ma qualcosa, sempre più spesso, va storto, ed allora il debito aumenta sempre. I calciatori non hanno intenzione di “pagare”, ed allora per rientrare promettono nuove combine e quindi sono necessarie nuove scommesse.
Il giro diventa vorticoso e pericoloso, poiché Cruciani ha ormai accumulato diverse centinaia di milioni di perdite ed è minacciato insistentemente dagli allibratori clandestini.
Cruciani ormai non ne può più, è sull’orlo di una crisi di nervi e per salvare la pelle decide di denunciare tutto.
La bomba ormai è esplosa. Il polverone si è alzato alla grande e fa un po’ paura, al punto che Trinca e Cruciali, successivamente, decidono di ritrattare.
Il 9 marzo 1980 Alvaro Trinca viene arrestato per truffa, tre giorni dopo si costituisce Cruciani.
Il 23 marzo alle cinque della sera scatta l’incredibile giornata delle manette: all’Adriatico di Pescara (dove gioca la Lazio) vengono arrestati Cacciatori, Wilson, Giordano e Manfredonia.
Contemporaneamente all’uscita di San Siro (dove si gioca Milan-Torino) vengono fermati Albertosi e Morini, mentre all’Olimpico di Roma vengono ammanettati i perugini Della Martira, Zecchini e Casarsa.
A Regina Coeli finiscono anche Pellegrini (Avellino), Magherini (Palermo), Merlo (Lecce) e Girardi (Genoa).
Tra i tanti calciatori invitati a comparire per accertamenti ci sono anche Paolo Rossi, Dossena, Savoldi e Damiani.
E’ un autentico choc: Artemio Franchi (presidente della Federazione e dell’Uefa) rassegna le dimissioni, e la Nazionale Italiana, menomata, si appresta a disputare in Italia gli Europei in un clima di grande vergogna.
Comincia il processo della giustizia sportiva e quello della giustizia ordinaria.
La giustizia sportiva sforna la sentenza di primo grado della Disciplinare il 18 maggio 1980 e quello definitivo della CAF verso la fine di giugno.
I verdetti definitivi furono i seguenti:
Società di serie A: Milan e Lazio retrocesse in serie B; Avellino, Bologna e Perugia 5 punti di penalizzazione da scontare la stagione successiva.
Società di serie B: Palermo e Taranto 5 punti di penalizzazione da scontare la stagione successiva.
Dirigenti: Felice Colombo (presidente Milan) radiato; Tommaso Fabretti (presidente Bologna) 1 anno di squalifica.
Calciatori serie A: 6 anni di squalifica a Pellegrini (Avellino); 5 anni a Cacciatori (Lazio)e Della Martira (Perugia); 4 anni ad Albertosi (Milan); 3 anni e 6 mesi a Giordano, Manfredonia (Lazio), Petrini (Bologna) e Savoldi (Bologna); 3 anni a Wilson (Lazio) e Zecchini (Perugia); 2 anni a Paolo Rossi (Perugia); 1 anno e 2 mesi a Cordova (Avellino); 1 anno a Morini (Milan); 6 mesi a Chiodi (Milan); 4 mesi a Montesi (Lazio); 3 mesi a Colomba (Bologna) e Oscar Damiani (Napoli).
Calciatori serie B: 3 anni e 6 mesi a Magherini (Palermo); 3 anni a Massimelli (Palermo); 1 anno a Merlo (Lecce).
La sentenza del processo della Giustizia Ordinaria (giunta a dicembre) fu sorprendente: tutti i calciatori coinvolti vennero assolti perché “il fatto non sussiste”.
La sentenza non deve sconvolgere, poiché a livello penale il fatto non era punibile in quanto all’epoca dei fatti non era previsto come reato.
L’unica condanna ad una spesa pecuniaria fu comminata allo sfortunato Cruciani.
Dopo la vittoria della Italia ai campionati Mondiali di Spagna 82, la FIGC decise di praticare una amnistia che annullava le squalifiche di quei calciatori che ancora stavano scontando la pena.
Questa è la ricostruzione della vicenda del famoso calcio-scommesse del 1980.
La cosa veramente orribile per noi tifosi rossoneri fu il coinvolgimento della nostra società e la relativa condanna.
Per la prima volta nella sua gloriosa storia l’AC Milan veniva condannato a disputare un campionato di serie B e lo faceva a seguito di una vicenda che di sportivo non aveva nulla.
Le cose che ricordo che dopo aver appreso la notizia da “Sport Sera” (su Rai2) per bocca di Ennio Vitanza sono le lacrime di dolore e rabbia per quella atroce sentenza, ed una domanda a cui nessuno avrebbe mai potuto dare una risposta: come poteva essere successo tutto questo per mano del massimo dirigente della nostra società (il presidente Colombo) e di uno dei più grandi idoli della tifoseria milanista, e cioè Ricky Albertosi.
Ma tant’è…anche questa è storia: la storia non è costituita solo dai trofei vinti e dai momenti di successo, ma anche da momenti bui e drammatici come questi.
Nessuno di noi ha voluto dimenticare quei momenti; al contrario, chi li ha vissuti, li ricorda come un momento in cui l’amore e l’attaccamento per la nostra Maglia diventarono, nella difficoltà, ancora più forti di prima.
Ripartire dal punto più basso è stato difficilissimo, ma forse ci ha concesso di gioire e di godere ancora di più per tutti i trofei che sarebbero arrivati dopo
Gli anticorpi si sono creati e sviluppati in modo rapido e veloce, e da allora niente e nessuno ci fa più paura!