Milan Atalanta

 

L'amarezza dello sbando

 

Il Milan non reagisce: encefalogramma piatto

 

 

Ennesima sconfitta stagionale, ennesimo passo falso di un campionato che si sta rivelando una lunga agonia, impronosticabile all'inizio.

La partita contro l'Atalanta riassume bene i difetti del Milan e dà della squadra una dimensione assolutamente reale anche se cruda.

Il Milan scende in campo con un 4-3-3 in fase di impostazione che può diventare 4-2-3-1 in base alla posizione di Bonaventura.

In fase di non possesso diventa un classico 4-5-1 con le due mezzali che a volte rimangono basse, altre volte alzano il pressing su Toloi e Masiello nel tentativo di alzare i ritmi della partita.

Tentativo stenuo e vano tuttavia, dato che è quasi sempre l'Atalanta a gestire i ritmi del gioco con il coraggioso Gasperini che ha studiato bene la partita.

In non possesso infatti, manda Hateboer e Spinazzola ad uscire sui nostri terzini, inibendo lo scarico su Montolivo in ragione della posizione di Cristante.

Ne nasce una gara molto tattica ed estremamente bloccata nei primi 30 minuti, gara in cui l'Atalanta riesce agevolmente ad avere la meglio perchè collettivo vero, a differenza del Milan che non è ancora squadra e che dopo il primo gol non ha una reazione nervosa. L'elettrocardiograma della squadra è piatto.

Gattuso a fine gara si rammarica proprio di questo. Il Milan di oggi sono 11 giocatori messi in campo. Ognuno fa il compitino ma nessuno che pensi collettivamente e nessuno che metta orgoglio o, al più, una reazione nevrile.

I due gol presi sono l'emblema di ciò. Stante l'errore di Donnarumma sul primo gol, ma è ma possibile vedere 4 giocatori su una barriera esterna?

La seconda rete subita poi, dimostra il perchè Montella quasi sempre sceglieva la linea a 3 con Zapata titolare. La nostra linea è troppo facilmente attaccabile con palle verticali.

L'Atalanta così, porta a casa una vittoria ampiamente meritata, mentre il Milan brinderà al Natale col peggiore spumante possibile: quello amaro.

 

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