raiola - Balotelli

 

I piccioni viaggiatori

 

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Gli altri invece vanno a nascondersi

 

 

Mario Balotelli nei giorni scorsi ha lasciato una lunga intervsita, praticamente identica sia a Sky Sport che alla Gazzetta dello Sport. Mario parla a 360° di quello che è il suo presente calcistico, parla della sua vita privata, parla dei suoi figli, della voglia di ritornare in Nazionale con la speranza che il prossimo C.T. apprezzi la sua stagione al Nizza fin ora abbastanza positiva.
L'intervista ha dei significati apprezzabili e si nota come a parlare sia un Mario a ruota libera, per una volta senza affronti verso nessuno (a parte una battuta sarcastica verso Ventura che non lo ha mai chiamato in azzurro, anche se dubito che ad aver deciso la sua esclusione sia stato davvero il Mister genovese). Tutto questo fino a quando, inevitabilmente, si finisce per parlare di Milan.

Anche qua a primo impatto sembra che Balotelli esprima veramente quello che crede, quello che pensa. Alla domanda esordisce dicendo che lui "Ama il Milan" e su questo credo ci siano pochi dubbi, anche dando uno sguardo a tanti dei suoi post sui personali profili social. Ma rileggendo attentamente quello che dice quel "io amo il Milan" sembra una sorta di premessa, una sorta di giustificazione come a mettere le mani avanti per quello che sta per dire. Da quel momento in poi a parlare non è più Mario Balotelli, o meglio, solo Mario Balotelli. L'ex rossonero rammenta della sua volontà di passare a salutare i giocatori del Milan in ritiro a Milanello, e fin qui nulla di strano. Ma perchè Balotelli doveva per forza sottolinera che ci fosse qualcuno in particolare del Milan che gli avrebbe negato tale piacere, dopo aver poco prima sottolineato di non voler tornare in questo Milan pieno di problemi per non passare eventualmente come uno dei capri espiatori, nonostante lui abbia fatto già ritorno a Milanello una seconda volta in un Milan ancor più pieno di problemi e che non ha mai smeo di dargli una posibilità? Visto che ama il Milan, invece di un getto di benzina sul fuoco non avrebbe potuto fermarsi a dire quanto fosse comprensibile non distrarre un'ambiente che le sta provando tutte per risollevarsi postando la viita in un momento più consono? 
Il disegno è chiaro, sono dichiarazioni preparate ad hoc da Mino Raiola, per colpire in modo trasversale Masimiliano Mirabelli, colui che non ha detto no alla visita, e far risaltare i problemi del Milan facendo il paio con le dichiarazioni rilasciate qualche giorno prima sul progetto tecnico fallimentare di cui lo stesso DS del Milan sarebbe responsabile.

Tutto normale quindi, nulla di nuovo. Come nuova non è la strategia usata da Raiola per mandare messaggi tramite vie secondarie e piccioni viaggiatori. Ancora una volta il Di Maio dei procuratori dimostra come sia allergico ai confronti in prima persona, facendo rilasciare certe dichiarazioni dei suoi assistiti solo a gente amica. Basti notare i due giornalisti delle due testate a cui Balotelli ha rilasciato le interviste: Alessandro Alciato e Carlo Laudisa, due di quel parterre presente a casa sua al momento della conferenza stampa fatta dopo il mancato rinnovo in prima battuta di Donnarumma queta estate, gente fidata che non si permetterebbe mai di fare domande scomode a cui uno che comuinicativamente non è certo un drago forse nemmeno avrebbe saputo rispondere. Ma ormai il giochetto funziona sempre meno.

 

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