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Figli di un Milan minore

 

Un solo torto: quello di aver fatto parte della nostra squadra in anni bui

 

Questa storia è un po’ diversa dalle precedenti. Si parla sempre e comunque della storia del Milan, ma questa volta anziché puntare l’attenzione su un singolo campione del passato, ho ritenuto opportuno e doveroso fare una breve carrellata di “vecchi” giocatori che hanno indossato la nostra maglia. Non vedrete foto o filmati che li ritraggono mentre sollevano al cielo trofei conquistati in giro per il mondo, non leggerete nelle sezioni a loro dedicate palmares da strapparsi i capelli, non saranno ricordati per aver compiuto gesta che sono passate alla storia del calcio.

Vedrete, semplicemente, i volti di chi per qualche anno ha vestito la casacca rossonera con la stessa dignità dei conclamati campioni della nostra storia, leggerete qualche ricordo e qualche aneddoto dedicato a chi ha “riempito” la nostra “carriera da tifoso”, facendoci gioire e soffrire allo stesso modo con cui gioiamo e soffriamo per i ragazzi che fanno (o hanno fatto) parte dei Milan più vincenti della storia! Sudore, grinta, determinazione, talento, un po’ di classe… ci hanno messo tutto se stessi nella breve, media o lunga militanza in rossonero, ed hanno avuto un solo torto: quello di aver fatto parte della nostra squadra in anni in cui bisognava “celebrare le nozze coi fichi secchi”.

Qualcuno più giovane si metterà a ridere nel vederli e leggere di loro, qualcuno, abituato ai Milan dell’era Berlusconi, storcerà il naso nello scoprire che questa gente ha vestito la nostra maglia e forse qualcuno non troverà interessante leggere le loro storie. Alcuni di noi, invece, hanno un età per cui questi volti rappresenteranno dei veri tuffi nel cuore, volti con cui “siamo diventati milanisti”, volti che hanno riempito i nostri sogni adolescenziali da tifosi: sogni che in quegli anni non si realizzavano mai, ma forse proprio per questo, oggi, ce li ricordiamo con maggiore tenerezza e simpatia. Davide Grassi nel suo “Il manuale del perfetto casciavit” scrive: “Anche mentre si sollevano Coppe dei Campioni e Intercontinentali, il vero casciavit dovrebbe quindi sempre ricordare le sue origini, che affondano le radici nella Milano dei quartieri popolari, laboriosa e generosa, con il coer in man, come si diceva una volta. Chi non ha questa consapevolezza è solo un milanista di facciata, ma non nel profondo. Per meritarsi l’etichetta di rossonero doc è poi indispensabile conoscere – ed amare – la propria storia, anche quella meno nobile. A chi si vergogna della serie B e della Mitropa Cup dovrebbe essere vietato l’accesso a San Siro. Anzi, il vero milanista deve essere orgoglioso delle partite contro la Cavese e del trofeo della Mitteleuropa cadetta, che a fianco delle Coppe dei Campioni simboleggia le diversi fasi della storia della squadra. Lo stesso vale per i giocatori”. Ecco, noi ci sentiamo così!

E l’unica cosa che chiediamo ai più giovani è di “perdonarci” se non lanciamo invettive se qualche acquisto si rivelerà sbagliato, se non ci arrabbiamo quando qualche calciatore non dimostrerà di essere un fenomeno, se non ci viene da spaccare tutto negli anni in cui la squadra non vince niente! Capiteci, noi ci ricordiamo sempre da dove veniamo e chi siamo stati, ma c’è una cosa che in noi è sempre lo stesso, nel bene e nel male: L’ORGOGLIO DI ESSERE MILANISTI!!! Ed allora partiamo con la carrellata!

piottiPIOTTI OTTORINO. Nato a Gallarate (Va) il 31/07/1954 , Piotti difese la porta del Milan per quattro stagioni, dal 1980 al 1984, collezionando in totale 132 presenze. Fu il portiere dei due campionati della B e della Mitropa Cup. Portiere dal fisico compatto, atletico e scattante, Piotti è uno di quei portieri di non altissimo livello ma spettacolari come non ce ne sono più. Forse non tutti se lo ricorderanno visto che, ad eccezione del Milan, non militò mai in grandi squadre. Ed è un peccato perché il buon Ottorino, oltre a saper difendere la porta, sapeva concedere molto anche alla platea con interventi plastici e ad effetto. Un vero gatto.

incocciatiINCOCCIATI GIUSEPPE. Nato a Fiuggi (Fr) il 16/11/1963, giocò nel Milan come attaccante per quattro stagioni (1981-1985) mettendo insieme 96 presenze e 9 reti. In seguito indossò anche le maglie di Ascoli, Pisa, Empoli, Atalanta, Bologna e Napoli. Giocatore tecnico ma leggerino e con poca confidenza con il gol. Per noi tifosi ha sempre rappresentato “ l’eterna promessa”. Capace di giocate incredibili, non riuscì mai ad affermarsi veramente con la nostra maglia, nonostante noi tifosi credessimo molto in lui. Una volta appese le scarpe al chiodo si è messo in politica ed è diventato assessore allo Sport di Fiuggi. Oggi cerca anche di affermarsi come allenatore.

battistiniSERGIO BATTISTINI. Nato a Massa il 07/05/1963. Dopo la trafila nel settore giovanile, venne aggregato alla prima squadra nel 1979, e ci rimase per 6 stagioni (dal 1979 al 1985) collezionando 201 presenze e ben 37 gol. Sergio era un centrocampista modernissimo, capace di giocare in tutti i ruoli del centrocampo e con una capacità di inserimento in zona gol impressionante (per intenderci una specie di Ambrosini dei giorni nostri). Diventò un giocatore completo al punto di arrivare più volte alle soglie della Nazionale. Il Milan lo valorizzò moltissimo, e numerose volte indossò anche la fascia da capitano al posto di Franco Baresi. Se fosse stato nel Milan di oggi sarebbe un perno inamovibile della nostra squadra, invece in quegli anni no funzionava così. Nel momento della sua piena affermazione in maglia rossonera, il presidente Giusy Farina lo vendette alla Fiorentina l’ultimo giorno di mercato nell’estate del 1985. Confesso che per me fu una delusione enorme, visto che in quegli anni Sergio Battistini era il mio idolo incontrastato.

icardiICARDI ANDREA. Nato a Milano il 14/06/1963. Altro giovane del vivaio rossonero della “terribile” covata del ’63 (oltre a Battistini anche Alberigo Evani). Centrocampista, giocò per sei stagioni nel Milan (1980-1985) con 162 presenze e 6 gol. Giocatore molto rapido, instancabile nella corsa e dai piedi buoni. Indimenticabile il suo gol all’85’ che permise al Milan di battere l’Inter (e quindi eliminarla) nelle semifinali della Coppa Italia nell’edizione 1984-85. Ed ancora, ricordo il suo gol decisivo alla prima giornata della stagione 1985-86 (a Bari vittoria per 0-1), anno in cui, a febbraio, arrivò Silvio Berlusconi. In estate fu ceduto all’Atalanta nell’ambito dell’operazione che portò al Milan Roberto Donadoni.

jordanJORDAN JOSEPH detto JOE. Attaccante scozzese (nato a Carluke-Lanarks il 15/12/1951). Fu il primo straniero del Milan dopo l’apertura delle frontiere avvenuta nel 1980. Al Milan disputò due stagioni (dal 1981 al 1983). Nella prima collezionò 30 presenze e 6 gol, nella seconda, in B, 36 presenze e 14 gol. Grande colpitore di testa ed attaccante della sua nazionale, era celebre per il fatto che gli mancavano tutti i denti davanti a causa dei numerosi scontri aerei con i suoi marcatori. In campo giocava senza il paradenti, e dopo ogni gol digrignava i denti in modo impressionante, somigliando ad un autentico squalo. E proprio “Lo Squalo” era il suo soprannome. Fece innamorare tutti al suo arrivo, grazie ad un grandissimo gol nel derby di Coppa Italia contro l’Inter. I nerazzurri pareggiarono (2-2) con un gol di Bergomi all’89 eliminandoci. La delusione fu grande, ma la gioia per come lo Squalo si era presentato fu altrettanto grande. Pensammo tutti che avrebbe spaccato il mondo, invece la stagione fu un autentico calvario: finimmo in B. Jordan restò anche nella serie cadetta, e seguito sempre con grande simpatia da noi tifosi, si sdebitò con una bella stagione. Con 14 reti (10 in campionato) fu, insieme ad Aldo Serena, il miglior marcatore di quella stagione. Grande Joe, sarai sempre nei nostri cuori.

carottiCAROTTI GABRIELLO. Nato ad Orbetello (Gr) il 25/11/1960. Sei stagioni nel Milan (dal 1977 al 1986) con 95 presenze ed 11 gol. Centrocampista dai piedi buoni, non ebbe però una grande fortuna nel Milan. La sua stagione migliore fu quella 1983/84, quando fu impiegato con continuità (34 volte) e si mise in luce per aver realizzato 8 gol. Più che per le sue giocate, ce lo ricordiamo tutti per la celebre frase che “sparò” in un’intervista in cui affermò: “nel Milan ci sono due giocatori che sanno giocare a pallone: Gianni Rivera ed io”. Non era certamente vero e forse non ci credeva nemmeno lui, ma quella frase gli valse molti titoli sui giornali. Ad Ascoli fece vedere che a calcio sapeva giocare veramente, però…!

blissetBLISSET LUTHER. Come non citarlo! Attaccante di nazionalità inglese (ma nato in Giamaica il 01/02/1958), arrivò annunciato da squilli di tromba nella stagione 1983/84 dopo la risalita in A per sostituire Joe Jordan. Giocava nel Watford di Elton John in cui si era messo in particolare evidenza. Segnò contro il Verona nell’esordio casalingo a S.Siro, e credemmo veramente che fosse un bomber. Ma bastò poco per scoprire le sue vere doti di “non-goleador”. Sbagliò dei gol incredibili per tutta la prima parte della stagione. Di lui resta celebre il gol contro l’Udinese alla quindicesima giornata: per fare gol a tutti i costi, spalmò la sua faccia sul palo nel tentativo estremo di buttarla dentro da due passi rimanendo sdraiato per terra per alcuni minuti. Alla fine dell’anno segnò 5 gol in campionato ed 1 in Coppa Italia, e fu rispedito al mittente. Ad un certo punto della stagione scoprimmo che già in Inghilterra il suo soprannome era “Miss it” ( e cioè “sbaglialo”), ma ormai era troppo tardi!

damianiDAMIANI GIUSEPPE detto OSCAR. Nato a Brescia il 15/06/1950. Nonostante sia rimasto al Milan solo per due stagioni (1982/83 in B e 1983/84), merita di essere citato per l’importanza che ebbe nella sua militanza rossonera. Dopo un passato illustre tra Vicenza, Napoli, Juventus e Genoa, arrivò al Milan all’età di 32 anni per mettere la sua esperienza a favore di una squadra che doveva risalire in A. “Flipper” lo fece con grande professionalità, mettendo a segno 12 gol giocando da seconda punta. Ricordo ancora la sua doppietta all’Olimpico di Roma contro la Lazio (2-2) nello scontro diretto contro l’altra grande con cui ci giocammo il primato in campionato. Nella stagione successiva, in A, si dimostrò ancora importante: in un Milan che cercava disperatamente di guadagnare una degna posizione nel massimo campionato dopo due discese in B, fu capace di essere il capocannoniere della stagione con 11 gol. Storica la sua tripletta ad Ascoli alla dodicesima giornata (vittoria per 4-2). Attaccante rapido, sfruttava, con un gran senso della posizione, la sua esperienza per trafiggere le difese avversarie. La sua militanza al Milan fu breve, ma sicuramente molto intensa.

terraneoTERRANEO GIULIANO. Nato a Briosco (Mi) il 16/10/1953. Dopo sette anni di grande livello in cui difese la porta del Torino, nel 1984 arriva al Milan e ci resterà per due stagioni, collezionando 88 presenze. Va citato perché dopo la parentesi Nuciari, il suo arrivo fu salutato dai tifosi come il momento in cui il Milan tornava ad avere un vero portiere. Fu protagonista di due ottime stagioni. Soprattutto la prima, quella che riportò finalmente il Milan a riconquistare la partecipazione alla coppa Uefa dopo anni bui. Portiere molto pratico, sicuro e senza fronzoli, non ce lo ricorderemo per delle parate “miracolose” che entrano nella storia, ma per la grande affidabilità e costanza di rendimento.

Potremmo continuare ancora a lungo, ma per adesso ci fermiamo a questi nomi. Sicuramente ci saranno occasioni per ricordarne altri. Gente che non entrerà nella “Hall of Fame” rossonera, ma che, comunque sia, ha rappresentato un pezzo importante della nostra storia. Perché è bene ricordarsi, che la storia non la fanno solo i grandi eroi, ma anche una serie interminabile di piccoli, oscuri e diligenti protagonisti!

 

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