Gianni Brera

 

Brera ed il giornalismo da vomito di oggi

 

Se Brera vedesse chi oggi appartiene alla sua stessa categoria sicuramente si rivolterebbe nella tomba

 

 

Ieri ricorreva il venticinquesimo anno dalla morte di Gianni Brera, unanimemente riconosciuto tra i più noti ed apprezzati giornalisti e scrittori sportivi italiani. Nonostante non avessi una grande simpatia per Brera, riconosco si trattasse di un professionista dal grande carisma, di un personaggio dalla grande personalità che si era guadagnato una credibilità eccezionale. Grande rispetto, quindi, lo stesso che si nutriva per molti dei suoi colleghi dell’epoca, tra cui ricordo soprattutto Beppe Viola e Gualtiero Zanetti. Gente che quando parlava di calcio bisognava ascoltare in rispettoso silenzio, perché avevano sempre qualcosa di interessante da dire (anche se non si condivideva) e, perché no, da insegnare. La ricorrenza ed i ricordi hanno contribuito inevitabilmente a riportarci alla dura realtà di oggi, alla presa di coscienza di come negli anni il giornalismo sportivo italiano sia scaduto ai minimi termini. Se Brera o Viola oggi vedessero chi oggi appartiene alla loro stessa categoria o si arroga il diritto di essere iscritto al loro stesso albo professionale sicuramente si rivolterebbero nella tomba, e forse potendo tornare indietro restituirebbe la propria tessera professionale.

Ad esclusione di poche, pochissime eccezioni, oggi il quadro è veramente desolante. Gente che si è inventata un mestiere parlando di calciomercato tutto l’anno, sparando cazzate in quantità industriale che tanto il giorno dopo non se ne ricorda più nessuno, gente che urla e fa del teatro in reti televisive private allo scopo di creare ad arte degli scoop e dei retroscena che devono alimentare la polemica a tutti i costi, e che di calcio, quello vero giocato sul campo, non capiscono veramente nulla, o gente che ricopre ruoli di dirigenza e coordinamento in grandi tv a pagamento (Sky per non fare nomi e cognomi) e che interrogato sul pronostico del prossimo derby di Coppa Italia si permette di dire “si, il Milan può vincere così come un asteroide può colpire la terra”. Vi rendete conto? Io tifoso milanista pago 74 euro al mese a questi signori per ascoltare analisi di questo tipo, rassegnato al fatto che anche le tv a pagamento, che proprio per questo dovrebbero sforzarsi di essere quanto meni imparziali, sono al contrario uno strumento a supporto di qualche squadra (Juve su tutte) e denigratorie nei confronti di altre. Gente che a malapena sa leggere uno scontrino fiscale e si lancia a spiegare al mondo questioni di bilancio o di ingegneria finanziaria, gente che mischia capre e cavoli e che non ha minimamente idea di quello che dice e che in questa situazione di risultati che mancano ne approfitta per creare il clima di caccia alle streghe perché legato al carro di qualcuno che non c’è più, supportato da linee editoriali tanto care al vecchio regime e che devono a tutti i costi sparare merda sui nuovi che invece, almeno sotto il profilo societario, stanno tenendo fede a tutti gli impegni assunti.

E la cosa ancora più avvilente è che questo modo di fare giornalismo non appartiene solo ai giovani ed a quelli che se non fanno in questo modo sarebbero costretti a cambiare mestiere perché non avrebbero i requisiti per farlo, questo modo di fare si riscontra anche in chi questo mestiere lo fa da anni ed ancora, nonostante l’età, non si vergogna affatto di scrivere cose senza senso e vomitevoli. Così ci capita di andare su un sito di informazione (?) milanista e leggere l’editoriale di Alberto Cerruti (decano de La Gazzetta dello Sport) che in mezzo ad una analisi impietosa sulla squadra (ci sta), comincia a scrivere delle responsabilità di una società “fantasma” poco presente e conclude con la seguente stronzata “Tira una brutta aria di fallimento, tecnico e societario, che ci riporta all’inizio degli anni Ottanta. E allora non rimane che sperare che presto spunti un altro proprietario, anche straniero se non se ne trovano più italiani, ma che abbia basi finanziarie e professionali solide. Perché i fantasmi prima o poi spariscono.”. 

Roba da non credere, ma soprattutto la cosa peggiore è che un sito milanista come Milan News paghi certa gente per far scrivere queste cose in casa nostra. Già facciamo fatica a combattere questa aspra battaglia contro un clima mediatico di odio che circonda la nostra società, se poi questo clima cupo ma soprattutto di disinformazione (perché questo fa un editoriale come quello di Cerruti) contribuiamo a crearlo noi milanisti allora no, mi dispiace ma l’unico consiglio che ci sentiamo di dare è quello di andare bellamente a quel paese.

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