montella, fassone, mirabelli

 

Un esonero non da Milan

 

Per la seconda volta in due anni il Milan manda via il tecnico a stagione in corsa: un'usanza non appartenente al club

 

 

In molti, nelle ultime ore, hanno equiparato l'esonero di Montella all'esonero di Terim della stagione 2001. Sul piano delle coincidenze ci sono certamente delle comunanze, visto che entrambi gli esoneri sono avvenuti nel mese di novembre e che sono stati entrambi successivi ad una partita contro il Torino. Tuttavia, ad avviso di chi scrive, le analogie finiscono quì. Per due ragioni. In primis perchè Terim era un ottimo allenatore che a Milanello non si era mai ambientato risultando un corpo estraneo al Milan. Dal canto suo invece Montella si era ben ambientato e nella scorsa stagione aveva avuto un alto indice di gradimento fra i tifosi rossoneri, portando alla bacheca del club una supercoppa che è andata a colmare un vuoto durato 5 anni e mezzo. In secondo luogo, a parer mio, l'esonero di Montella ricorda molto più l'esonero di Mihajlovic. Entrambi questi licenziamenti infatti, hanno una comunanza: nascono in ragione del fatto che le proprietà del Milan (Berlusconi all'epoca e i cinesi oggi) erano e sono convinte del fatto che gli organici allestiti fossero e sono adatti alla qualificazione alla Champions League.

Purtroppo, è molto difficile per una dirigenza che investe tanto riconoscere poi che i soldi spesi non hanno seguito un progetto tecnico coerente e corretto. La soluzione più semplice ed immediata diviene così il cambio dell'allenatore, sul quale diventa facile scaricare colpe e responsabilità. L'augurio e la speranza che la rotta possa invertirsi non rendono meno amara la seconda parentesi negativa per il Milan in due stagioni. Mi permetto di definirla negativa perchè, a mio avviso, una società seria non esonera a stagione in corso. Se lo fa riconosce di aver fallito il suo progetto stagionale che inizia, come sempre, con la scelta dell'allenatore. Montella, ad inizio stagione, aveva firmato un rinnovo di contratto ed era stato ritenuto adatto dal club a guidare il Milan per due stagioni. L'esonero dopo 3 mesi rappresenta così una ammissione di colpevolezza della società su un progetto evidentemente errato in partenza. Da milanista non posso che augurare le migliori fortuna a Gennarino Gattuso, vecchio guerriero milanista e protagonista assoluto di tante nostre vittorie. L'amarezza per questa pagina non da Milan, la seconda in due anni, non può però togliermela nessuno.

 

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