aspettando MD

 

La macchina che impara

 

Huawei Mate 10

 

La chiamano intelligenza artificiale, ma in realtà più esattamente siamo ancora allo stadio precedente: al machine learning. Macchine che imparano insomma, ed è in effetti così che il nuovo Mate 10 di Huawei è stato presentato a Monaco. Una macchina, più che uno smartphone. L’ultimo pezzo della collezione del brand cinese è dunque un passo avanti verso il futuro, con alcune funzioni smart che tendono a soddisfare i fan di una linea che rappresenta da sempre l’avanguardia. E che vuole fare rumorosa concorrenza ai pezzi top sul mercato. Per semplificare Huawei lancia il Mate 10 basandosi su quattro direttive principali: la percezione di alta qualità, la sicurezza, la potenza accoppiata ad un basso consumo e la cognizione appunto. In sintesi si tratta di uno smartphone compatto con uno schermo grande da 6 pollici (in uno spazio in cui solitamente ce ne stanno 5.5) nel formato 18:9, una fotocamera intelligente e un metodo di comprensione delle richieste dell’utente a cui si aggiunge l’utilizzo della realtà aumentata. Un bel gioiello insomma, che se promette tanto in innovazione, mantiene in alcune interessanti caratteristiche che trovano spazio alla rubrica utilità. Per intenderci: non proprio tutto quello che contiene è realmente mai visto, ma l’innovazione contenuta in Mate 10 è fortemente interessante. Soprattutto nel chipset neurale studiato per il Kirin 970 che la casa cinese produce in proprio grazie a una controllata.

E allora, parlando di caratteristiche, troviamo un display Oled Hdr con una saturazione di colori al 112% in una cassa molto elegante nel design e che si presenta in Italia solo nella versione Mate 10 Pro e nei colori Midnight Blue, Titanium Gray e (successivamente) Mocha Brown. Tutto è ovviamente più veloce rispetto ai modelli precedenti (20% la performance complessiva, 50% l’efficienza), ma soprattutto l’utilizzo del machine learning fa sì che che lo smartphone sappia interagire con una sequenza di predizione, allocazione e risoluzione nelle richieste che gli vengono fatte. Grazie anche ad una comprensione precisa del linguaggio. Questo si traduce per dire nell’uso della fotocamera, che riconosce automaticamente lo scenario da riprendere (tipo panorama, ritratto, cibo, animali, selfie di gruppo) senza nessun bisogno di doverlo selezionare. Oppure, altro esempio, durante una conversazione telefonica: Mate 10 si adatta automaticamente alle condizioni ambientali e dunque elimina senza alcun bisogno di intervenire rumori di ascolto o di microfono per permettere chiamate perfette con il giusto volume. Insomma, come si diceva, una macchina evolutissima – più appunto che intelligente in senso stretto – che, per dirne un’altra, suggerisce i nomi di quello che si sta riprendendo con la fotocamera (luoghi, piante, monumenti) grazie a una rapida ricerca su internet.

Parlando di particolari più tecnici si segnala un Lte 4.5 Gb categoria 18 con un sistema Dual sim che consente di aggiungere per la prima volta a quella principale un’altra schedina 4G. La batteria è da 4000 mAh, il che si traduce (secondo promesse) in più di due giorni di durata, con una ricarica supercharge che riempie il serbatoio del 58% in soli 30 minuti. Tornando alla fotocamera, sempre in collaborazione con Leica, c’è una doppia lente rispettivamente da 12 mpx e da 20 monochrome, con apertura f 1,6, zoom ibrido, face o object detection a 4 livelli e low light scenario. Il tutto significa alta qualità fotografica, e con la prova che faremo in seguito vedremo quanto alta: di già sappiamo che i video sono in 4K con audio hifi. Il taglio in arrivo in Italia, si diceva, è da 128 Gb con 6 Gb di Ram, mentre si segnala la scomparsa del jack audio sostituito dalla presa Usb-C: nella confezione c’è l’auricolare dedicato, compreso di adattatore per chi ha l’esigenza di usarlo nel vecchio modo. Molto interessante il sistema semplificato per traslare lo schermo del Mate 10 in un display da pc, tra l’altro con un ambiente molto familiare perché simile a quello di Windows 10: un semplice cavetto ne permette la trasformazione automatica. Schermo del Mate che si può dividere in due per lavorare contemporaneamente su più applicazioni. Infine: il sistema operativo è un Android 8 con l’Emui 8.0, ultima versione dell’interfaccia caratteristica di Huawei. Va a gusti per carità, ma visto l’avanzamento tecnologico del Mate 10 personalmente penso che servirebbe una rinfrescata nel design un po’ troppo minimal. Presente ovviamente il lettore d’impronta digitale e il traduttore in collaborazione con Microsoft.

E, finalmente, il prezzo: Huawei aveva annunciato un “meno di quello che pensate”, e allora ecco che in Italia Mate 10 Pro uscirà con un listino consigliato di 849 euro, che diventano 1395 nella versione super lusso firmata con Porsche Design, con preordini da domani 17 fino al 15 novembre. Un costo, il primo, che andrebbe difeso dalle rapide discese che si vedono sul web: fanno felici i consumatori, ma screditano un po’ il lavoro che c’è dietro una smartphone del genere. E di lavoro, in questo caso, ce n’è tanto. Questo sì, più che intelligente.

 

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