Yonghong Li

 

I fatti, stiamo ai fatti!

 

Fino a quando Mister Li e la proprietà fanno quello che devono è inutile andare a caccia di fantasmi o agitare degli spettri che non esistono

 

Questo editoriale vuole basarsi esclusivamente su fatti, e soprattutto è un umile invito rivolto ai tifosi milanisti ed ai giornalisti a stare sui fatti, a giudicare gli eventi senza andare dietro a tutte le cazzate che giornalmente vanno in scena sul Milan e che hanno finito per accentuare la divisione tra le diverse fazioni e che stanno trasformando la tifoseria rossonera nella peggiore d'Italia.
Stiamo ai fatti dunque.
È inutile andare dietro a notizie come quelle del NYT sulle miniere di fosforo di Mister Li e sul fatto che queste vicende torbide potrebbero indurre l'Uefa a negare al Milan il Voluntary Agreement. I fatti dicono che Yonghong Li ad oggi ha onorato tutti gli impegni ed assolto a tutti i suoi doveri, compresi due aumenti di capitale, e che l'Assemblea dei soci ha approvato il bilancio al 30 giugno 2017. Esiste un debito con Elliott che riguarda sia il Milan che Yonghong Li e questo debito scade ad ottobre del 2018. La società, nella figura del suo Ad, sta lavorando in diverse direzioni sul rifinanziamento del debito, cosa che rientra nella normalità delle cose. Questi sono i fatti, e fino a quando Mister Li e la proprietà fa quello che deve fare è inutile andare a caccia di fantasmi o agitare degli spettri che non esistono. Punto.

Marca, giornale spagnolo, per prima lancia la notizia che l'Uefa avrebbe bocciato la richiesta di VA del Milan e che addirittura rischia l'esclusione dalle coppe europee. Cosa fanno alcuni giornalisti di casa nostra? Vanno a verificare la notizia? Cercano di capire se sia vera l'indiscrezione trapelata da Nyon? Vanno a leggere i regolamenti UEFA su cosa è previsto in casi come questi? Niente di tutto questo naturalmente, addirittura si limitano a rilanciare la notizia via social. Naturalmente dopo qualche giorno si viene a sapere che non è vero che l'Uefa abbia preso una decisione, e che anzi nei giorni scorsi il massimo organo calcistico europeo ha chiesto al club di via Aldo Rossi alcuni documenti di approfondimento di alcune questioni che erano state trattate nell'incontro di Nyon.
I fatti, restiamo ai fatti. Quand'anche l'Uefa dovesse respingere la richiesta di VA del Milan (cosa non ancora decisa), i regolamenti europei non prevedono la diretta esclusione dalle coppe europee. L'esclusione è solo l'ultima delle pene che vengono applicate (nessun precedente), prima di arrivarci è prevista tutta una serie di misure che invece sembrano non esistere per qualcuno. Stiamo ai fatti ed aspettiamo gli eventi. Punto.

Per le parole del presidente dell'Uefa a Repubblica di oggi non ci appelliamo ai fatti, ma al silenzio!

I risultati deludenti hanno spinto molti a cancellare tutto quello che avevano detto e pensato quest'estate sul duo Fassone/Mirabelli. Stare sui fatti significa anche valutare l'operato dei nostri dirigenti tenendo conto di tutto, non solo di qualche verità parziale. Forse è vero che la campagna acquisti estiva è stata sopravvalutata, forse è vero che qualcuno dei nuovi arrivi è stato cannato, ma per giudicare l'operato dei dirigenti in sede di campagna rafforzamento bisognerebbe fare delle valutazioni complessive. Cioè se Mirabelli e Fassone devono essere giudicati degli incapaci perché i risultati stanno deludendo e con essi molti dei nuovi, allo stesso tempo sarebbe corretto fare un monumento a Mirabellie Fassone per essere riusciti ad incassare circa 60 milioni dalle cessioni. Niang a 18 milioni al Toro, Lapadula al Genoa a 11 e De Sciglio alla Juve a 12 sono dei veri capolavori, cose che non vanno sottovalutate. Allora prima di arrivare a giubilare il DS chiedendone la testa, è bene esaminare con un minimo di oggettività i fatti. Poi a fine stagione faremo i conti e trarremo le conclusioni. Punto.

Stare sui fatti significa anche prendere coscienza di situazioni che possono sembrare spiacevoli, di amare verità. Questi anni di mediocrità hanno finito per far alimentare in noi una mentalità da squadra provinciale. Durante la gara col Napoli più volte mi sono sorpreso a pensare che in fin dei conti stavamo disputando una gara dignitosa, con personalità e che comunque sarebbe andata a finire ci si poteva considerare soddisfatti. In pratica ci siamo ridotti ad affrontare le gare contro le big del nostro campionato con una certa rassegnazione, scettici sulla possibilità di imporci e di vincere. Sembra quasi che ci basti non prendere imbarcate, che ci basti uscire dal campo con la maglia sudata ed a testa alta. E no cari amici, noi siamo il Milan, noi dobbiamo tornare ad impossessarci del nostro DNA vincente, dobbiamo tornare a pensare che sono gli altri a doversi preoccupare di noi. È un percorso difficile e forse lungo, che ci deve portare a cambiare radicalmente la nostra mentalità prima ancora di pensare di tornare a vincere. Le vittorie torneranno quando avremo di nuovo la mentalità dei grandi, quando non ci preoccuperemo di dover affrontare a San Siro una squadra difficile e che gioca bene come l'Empoli (cit. mister Inzaghi). È triste dirlo, ma questi sono i fatti, e bisogna prenderne atto. Punto.

 

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