kalinic

 

L'ennesima sconfitta

 

Montella cambia qualcosa, la gara non è scontata, ma alla fine vince la squadra migliore

 

 

Rispetto alle ultime uscite, nella partita del San Paolo Vinenzo Montella ha scelto di cambiare qualcosa dal punto di vista tattico. Contro il Napoli di Sarri infatti, il tecnico del Milan deroga alla sua strutturazione consueta che prevede un Milan che si schiera col 4-4-2 in non possesso e che, in uscita palla, si dispone secondo un 3-4-2-1. In realtà si tratta di scelte simili ma più conservative perchè il tecnico del Milan opta per un 4-5-1 in fase di non possesso che diventa 3-1-5-1 in fase di attacco con Borini che si alza e Romagnoli che stringe al centro. L'idea iniziale di Montella è stata probabilmente quella di avere un giocatore in più adatto al fraseggio a centrocampo (Locatelli) con l'obiettivo di fare possesso e sfruttare la bravura di Kalinic nell'incontro per fare inserire i centrocampisti. Di questo piano, si è realizzata solo la prima parte. La seconda è rimasta quasi lettera morta. Il Milan al San Paolo ha avuto più possesso palla del Napoli; con ciò è andato in controtendenza rispetto a tante altre formazioni che contro la squadra di Sarri tendono a giocare un calcio meramente attendista. Quel che è mancato però è stata la finalizzazione e quella cattiveria sotto porta che, purtroppo, è ancor oggi un limite di questa squadra.

Di contro, fa specie rilevare che contro la formazione più offensiva del campionato, il Milan ha subito due gol entrambi con la linea alta. Sul primo, che indirizza inevitabilmente la partita, sia consentita una critica alle scelte del nostro allenatore. La verticalizzazione di Jorginho per Insigne infatti è una giocata scolastica del Napoli. L'uscita di Musacchio su Mertens può essere considerata concettualmente corretta ma necessita di un adattamento immediato della squadra. In quel caso, i terzini devono stringere al centro per formare subito una linea a 3 con l'altro centrale. Borini non ha questo tipo di letture perchè non è un vero e proprio terzino. Considerato che non stiamo parlando nè di un Maicon nè di un Dani Alves in fase offensiva, non era il caso di far giocare Abate in quella posizione dato che su questi dettagli, purtroppo, si decidono le partite? E' già accaduto con Inter, Roma e Juventus che, gare non scontate, si siano decise sui dettagli. Capiamo che il lavoro dell'allenatore non è semplice con una squadra nuova e incompleta, tuttavia è probabile che sanando certe malizie il cammino del Milan possa avere dei miglioramenti nel prossimo futuro.

 

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