Un'altra sconfitta: e adesso?

Possesso palla favorevole ma mai realmente pericolosi. Quali le cause?

Ci sono due dati che stridono in maniera clamorosa nel post partita di Napoli Milan. Stridono perchè sono assolutamente antitetici nella loro controtendenza. Come ha riconosciuto lo stesso Sarri è stato il Milan ad avere il controllo del gioco. Questo è confermato anche dai numeri del possesso palla. Non è un dato da poco. Il Milan, pur non nel suo momento storico migliore, riesce a costringere il Napoli di Sarri a mettere da parte le sue qualità per confinarle al gioco di rimessa. Non a caso, nel primo tempo, le due azioni più pericolose del Napoli nascono su due ripartenze con la difesa del Milan altissima. Nel primo caso arriva il gol, nel secondo è il palo a negare ad Insigne la seconda marcatura.

E quì veniamo al secondo dato. Se in 90 minuti hai un maggior controllo della palla ma non riesci mai ad essere realmente pericoloso, è normale che si ponga un quesito sul reparto offensivo e sulla sua effettiva qualità. Ed è quì che, purtroppo, i nodi vengono al pettine perchè il Milan ha 3 prime punte (Kalinic, Andrè Silva e Cutrone), un trequartista atipico (Calhanoglu), un solo esterno offensivo (Suso) ed un tuttocampista come Bonaventura che, finora, non ha mai toccato i consueti picchi di forma. Il reparto offensivo rossonero è tutto lì. Mancano le seconde punte e gli esterni capaci di creare la superiorità numerica. Non sono assenze da poco: sono i tasselli che mancano ad una discreta squadra per diventare una squadra completa. Il Milan sta migliorando nella gestione della partita, nelle distanze fra i reparti e nei contenuti agonistici. Rimane però il gap importante con le prime 5 squadre del campionato che è dettatto da una carenza di giochi offensivi in virtù dell'assenza di qualità sugli esterni. Purtroppo, è questo il vero tallone d'Achille della campagna acquisti di quest'estate. La società ne è probabilmente conscia e, nel 2018, dovrà saper porre le opportune modifiche.