san siro

 

Vogliamo San Siro, non il "Meazza"

 

Lasceremmo lì troppi ricordi, ma a mali estremi...

 

 

Come confermato da Marco Fassone al termine dell'assemblea degli azionisti, dopo che già il sindaco di Milano Giuseppe Sala aveva già rilasciato dichiarazioni a riguardo, una delle priorità del Milan cinese è quella di avere lo stadio di proprietà.
Condizione ormai imprescindibile, per un ottimizzazione dei costi di gestione ma principalmente una delle basi principali su cui sviluppare un florido marketing, cosa su cui la nuova proprietà punta parecchio, tanto da aver compreso tale progetto anche nel piano presentato alla UEFA per il Voluntary Agreement.

Le possibilità naturalmente sono due: "riscattare" San Siro o costruirne uno nuovo, questione su cui preventivamente la società è già alla ricerca di un area congrua.
E' innegabile che la prima opzione sia quella che la stragrande maggioranza dei tifosi si augura, io per primo, e per disparati motivi. Quello più logico, è il legame storico che ci lega a quel magico stadio. Lì dentro il Milan ha compiuto le più grandi imprese della storia del calcio, su tutte le semifinali di Champions con Real Madrid nel 1989 e col Manchester United nel 2007, passando per i derby finiti in goleada come nel 2001 (anche se in quel caso il Milan era ospite) o in Coppa Italia nel 1998, per finire anche ai "golazi" di Shevchenko contro la Juventus, Weah contro il Verona o Kakà contro il Fenerbache, tanto per citarne alcuni.
Ma lasciando anche le ragioni affettive ci sarebbero anche ragioni di opportunità. Costruendo un nuvo stadio mai si potrebbe avere la possibilità di poter mettere su un impianto con 70.000 posti. E questo non è un dettaglio da nulla, visto che il popolo milanista ha dimostrato ripetutamente che tale numero spesso e volentieri risulta anche insufficiente per accontentare tutti i tifosi. Ultimo caso proprio ai primi di agosto contro il Craiova.

Ma, ci sono comunque delle condizioni necessarie, perchè il gioco deve valere la candela. E anche qui le motivazioni sono principalmente di due ordini: il primo di campanilismo e il secondo di opportunità.
Condizione assolutamente necessaria su cui non bisogna transigere è in primis l'indipendenza dall'Inter (e su questo Fassone è stato già chiarissimo) e a mio modo di ragionare è soprattutto l'eventuale intitolazione. Con tutto il rispetto per Giuseppe Meazza che nonostante sia il calciatore italiano più rappresentativo della storia (pluricampione del mondo con la Nazionale) va bene come simbolo della Milano calcistica finchè le due squadre giocheranno nello stesso stadio, ma in caso di separazione, essendo stato un simbolo molto molto più neroazzurro che rossonero diventa del tutto inadeguato per uno stadio di proprietà del Milan. La storia rossonera è fin troppo zeppa di personaggi che meriterebbero l'intitolazione dello stadio. Cesare Maldini, Nils Liedholm, Silvio Berlusconi o anche Gianni Rivera, tanto per citarne qualcuno, magari affiancato al nome di un main sponsor disposto a versare una bella cifra nelle casse della società. I cugini nerazzurri sicuramente saprebbero come continuare a rendere onore alla memoria di Meazza intitolandogli il loro stadio o magari qualche spiazzale circostante.
Seconda condizione come dicevamo, anche qui di opportunità. San Siro ha bisogno di importanti lavori di adeguamento e rinnovamento e le spese per ciò unite al costo del riscatto della proprietà dello stesso non devono essere sproporzionati e eccessivamente elevati rispetto a quelli che avrebbe la costruzione di un nuovi impianto e tutto questo senza ridurre eccessivamente il numero della capienza. Senza tralasciare il fatto che lo sviluppo dell'area circostante per l'edificazione del "villaggio" non deve presentare particolari limiti urbanistici e logistici, altrimenti come detto il gioco non varrebbe la candela e a quel punto sarebbe inevitabile dirottarsi verso la costruzione di un nuovo stadio, che resterebbe comunque una cosa di grandissimo fascino.

 

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