Un'alternativa affidabile
Il Nazionale colombiano è arrivato alla sua quinta stagione in rossonero. Un record, se pensiamo al periodo storico che stiamo vivendo.
Dai, siamo seri. Pensare a Cristian Zapata può portare essenzialmente a due pensieri, pienamente contrastanti: il primo è sicuramente legato ad un episodio che, piaccia o meno ai cultori del "vecchio Milan" che si vantano della non evoluzione della specie, ha segnato in maniera indelebile i cuori di milioni di tifosi rossoneri in un Sabato di Pasqua del 2017; il secondo, invece, deve ovviamente far riferimento alla saga più o meno lunga di episodi in negativo che il buon Zapata ci ha regalato: strafalcioni, errori di posizionamento, poca concentrazione, ecc.
Come sempre però credo che la verità debba essere ricercata nel mezzo; uno spazio che vada ad intervallare la fazione non evoluta e quella dei "semper", per intenderci (chi ha Twitter capirà subito a chi mi riferisco). Uno spazio più o meno demarcato, nel quale impera, in questa valutazione del tutto personale, una constatazione che a mio modo di vedere non può essere contraddetta: Cristian Zapata è un buon difensore. Lasciate stare i commenti dei talebani del web al riguardo o i guardiani di un passato più o meno recente, ricco di dolore e sofferenza; la mia è una posizione da amante del calcio e come tale la dovete considerare. Certo, Zapata non è un fenomeno (nessuno ha mai detto questo), ma ha delle caratteristiche che, in questo momento storico, fanno comodo al Milan.
Andando sul piano tecnico della questione, Zapata è sempre stato un abile marcatore: un giocatore veloce, rapido e che ha sempre dato prova di abilità difensive ad alti livelli negli spazi larghi; insomma, un giocatore che soprattutto nell'attuale difesa a tre di Montella, potrà sicuramente ricoprire un ruolo importante nello scacchiere tattico rossonero. Un giocatore utile alla causa e sul quale (speciamente in singole partite), il Milan ha sempre potuto fare affidamento. Nella valutazione complessiva del giocatore Zapata, infatti, ho sembre considerato che ci fosse un errore di concetto nel giudizio dato dai suoi detrattori: il problema non è Zapata stesso, che nel rispetto dei suoi limiti di concentrazione, ha sempre dato il suo contributo in questi anni in rossonero; il vero problema in realtà è stato che Zapata è diventato titolare per lunghi periodi, solo e soltanto perchè mancavano alternative più adeguate.
E' questa la grande contraddizione di fondo che attanaglia il giudizio complessivo su un giocatore che, non mi vergogno a dirlo, potrebbe tranquillamente fare la prima (o una delle prime) riserve in top club europei. Un giocatore con dei limiti di concentrazione evidenti e che probabilmente non gli faranno mai fare un salto di qualità definitivo ma che per caratteristiche, lo rende quasi unico in un contesto come quello della Serie A, in cui al momento la difesa a quattro ben piazzata la fa quasi da padrona.