salvatori

 

Ciao Stefano

 

A volte si dimenticano, ma per ricordare non è mai troppo tardi

 

Se c'è un motivo, che mi rende orgoglioso di Milan Day, è quello di non fermarsi mai all'oggi o al domani.
Il mattino di MD, per me, è un vero e proprio 'memento' al mio essere Milanista.
Il "Good Morning Milan", le "Storie RossoNere" e non, il "Berlusconeide", il "Terza pagina"... tutto in me risveglia ricordi e salda, in modo indelebile, il mio senso di orgoglio ed appartenenza ad (cit.) un sogno chiamato Milan.
Spesso mi ritrovo a rivivere ricordi che, i miei "eroi", mi hanno fatto vivere ne bene e nel male. E grazie a questo comprendo molto meglio il presente e guardo al futuro con meno ansia.
Trovo perfetta una frase di Montanelli "Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente".

1° novembre scorso, vado su Milan Day e... "MORTO STEFANO SALVATORI". Un tuffo al cuore, un dolore e... i ricordi.
Era in Australia, dove ormai viveva, le notizie ulla morte sono fumose e troppo spesso riportate come fredda cronaca.
Da quel poco che ho potuto trovare, in merito a questa morte improvvisa, provo a rendergli onore e merito. Lo merita, come calciatore, come uomo e come pezzo della mia memoria RossoNera.

Stefano aveva appena 49 anni ed un passato da centrocampista in Milan, Fiorentina, Parma e Heart of Midlothian.
E' stato proprio il club scozzese a darne per primo la notizia in un comunicato di cordoglio. L'Heart of Midlothian, la squadra in cui Salvatori ha militato dal 1996 al 1999, giocando da protagonista, lasciando un ricordo indelebile: Salvatori fu infatti uno degli uomini cruciali nella stagione 1997-98, che portò il club di Edimburgo alla vittoria della Coppa di Scozia. "Ha aiutato i Jambos ad alzare la Coppa con quel 2-1 ai Rangers - scrive la società nel comunicato - e si è guadagnato lo status di leggenda con la nostra maglia".
Sono ancora da chiarire le cause del decesso dell'ex RossoNero che dopo una parentesi da allenatore e direttore tecnico aveva intrapreso la carriera di procuratore sportivo, per poi emigrare in Australia nel 2013.
Non si hanno notizie su eventuali malattie o altri problemi di salute, resta quindi il dubbio del malore improvviso o di una morte violenta come un incidente automobilistico. Per ora nessuno sa cosa sia successo all’ex campione osannato in Scozia, quasi dimenticato in Italia ma non nei vecchi cuori RossoNeri.

Personalmente lo ricordo come un vero e proprio "motorino" in campo che gli permise di conquistare la stima del popolo Rossonero e di diventare un eroe per i tifosi Hearts vincendo una Coppa di Scozia attesa da 42 anni.
Stefano, cresciuto calcisticamente tra Lodigiani e Milan, giocò nel Virescit Boccaleone, nel Parma, nella Fiorentina e nel Milan.
Con i nostri colori, allenato da Arrigo Sacchi, si è laureò campione d'Europa nel 1990 conquistando la Coppa Campioni e vincendo poi la finale della Supercoppa Europea contro il Barcellona.
A seguire le esperienze con Fiorentina, Spal e Atalanta, prima dell'approdo in terra scozzese. Nel 1999 il ritorno in Italia e le avventure con Alzano, Albinoleffe e Legnano. Divenuto allenatore, dopo aver diretto a Legnano e Voghera senza particolare fortuna e una parentesi da procuratore, Salvatori si è trasferì in Australia dove gestiva una scuola calcio, dedicandosi alla crescita dei giovani calciatori nell'area di Brisbane e Sydney.

Giovane, troppo giovane per morire, ma tante, tantissime le vittorie, le soddisfazioni e i trofei ottenuti in così poco tempo.
Ciao Stefano, mancherai al calcio e mancherai a tutti noi che lo amiamo.
Non morirai mai nel ricordo di chi, come me, ti vedrà sempre con quella Coppa tra le ginocchia sull'aereo di ritorno accanto all'altro indimenticato Stefano (Borgonovo).

 

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