Kalinic

 

Critiche esagerate?

Il croato è diventato il bersaglio numero uno delle critiche dei tifosi e non. 

 

 

Che non fosse un fenomeno, lo si sapeva sin dall'inizio. Nikola Kalinic è un buon giocatore; un attaccante il quale per caratteristiche difficilmente riuscirà ad andare sopra i venti goal stagionali. Questo lo si sapeva: lo sapeva Montella, lo sapeva la società e lo sapevano i tifosi. Ecco perchè in questo pezzo, cercherò di dare una chiave di lettura diversa rispetto a quella pre-impostata degli ultimi giorni, nella quale il croato ex Fiorentina, è stato letteralmente crocifisso per la sua scarsa vena realizzativa.

Partiamo da un punto: Kalinic ha avuto un estate estremamente travagliata. Il croato è rimasto per diverse settimane in un limbo nel quale non sapeva se il suo trasferimento nella Milano rossonera si sarebbe concretizzato o meno; per non parlare poi del rapporto ormai incrinato con la Fiorentina, e i suoi tentennamenti nel ritiro estivo, in cui sicuramente il croato non ha certo effettuato la miglior preparazione estiva della sua carriera, distratto com'era dalle voci di mercato, e da un rapporto ormai logoro con la società viola. Arrivato a Milano a fine agosto, quindi, Kalinic fino ad ora ha disputato in maglia rossonera 11 partite, condite da 3 goal e due assist, tra campionato ed Europa League, per un totale di 706 minuti giocati. Un bottino che se consideriamo anche le diverse e iniziali partite in cui l'ex viola è entrato da subentrato, e l'infortunio di qualche settimana fa, può essere un arma per rivalutare il valore di Kalinic in rossonero.

Infatti, a differenza di molti, personalmente sulla partita di Sabato pomeriggio contro la Juve, ho un opinione del tutto diversa rispetto alla maggior parte dell'opinione pubblica. Fin quando il Milan è rimasto in partita, e cioè fino al secondo goal di Higuain, il croato si è ben comportato in campo. Specialmente nel primo tempo, ha fatto tanto lavoro sporco a favore della squadra, difendendo diversi palloni, e ha avuto due clamorose palle goal nelle quali le sue responsabilità sono limitate esclusivamente alla prima occasione. Infatti sul bel cross di Borini, il croato è arrivato con quel secondo di ritardo sul pallone, che non gli ha permesso per l'appunto di insaccare a porta vuota. Nel secondo episodio, invece, è stato solo un grande intervento di Buffon, a negare al croato e ai rossoneri, un pareggio che probabilmente avrebbe regalato un secondo tempo diverso da quello che poi in realtà è stato. 

Quindi, forse il problema principale della squadra risiede in un altro aspetto del gioco, che non sia prettamente la finalizzazione. La mancanza di continuità durante i novanta minuti sta costando caro agli uomini di Montella; tutto questo, sommato ad una precaria condizione fisica e mentale di uomini chiave come Bonucci e Biglia, non sta permettendo al Milan di espirimersi ad alti livelli in maniera omogenea, nel corso di tutti i novanta minuti. Ecco perchè, forse, bisognerebbe mettere in condizione gli attaccanti di essere più pericolosi in fase offensiva. 

E questo è uno dei passi che questa squadra dovrà e deve fare. A prescindere da Kalinic.

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