Alla pari nel gioco, non alla pari nella rosa

Il Milan non ha un 9 ed un 10 capaci di risolvere le partite come li ha la Juventus

I numeri dicono che il Milan ha giocato questa partita alla pari della Juventus. I numeri, che non sono la Bibbia, certificano questo.

Tuttavia se ciò è vero bisogna porsi alcune domande relative alla consistenza tecnica della squadra ed al reale valore dei giocatori a disposizione.

Più di qualcuno ha sottolineato come a centravanti invertiti la partita sarebbe, molto probabilmente, finita in maniera diversa.

Ciò è vero ma tale analisi andrebbe estesa anche al valore tecnico dei numeri 10 di Milan e Juventus e lì la questione è molto più complessa.

Dybala non ha sfonato certamente la sua miglior partita della vita però in una gara tattica ha fornito un assist pregevole ed ha disorientato il meccanismo difensivo milanista con un velo.

Due giocate, due gol. I numeri dieci devono fare questo. Ad oggi, Hakan Calhanoglu non ha mai fornito un assist vincente nè realizzato un gol decisivo in campionato. Questa realtà pesa in maniera evidente. Senza essere l'unica.

C'è poi, logicamente, una problematica relativa alla mediana. La coppia Biglia-Kessiè non sembra essere il miglior due possibile in mediana. Dei due, nessuno interdisce e legge le azioni avversarie.

Ne deriva che la difesa non è adeguatamente protetta e qualsiasi difensore centrale, esposto ad uno contro uno su palla scoperta tende a soffrire.

L'esempio, nella gara di ieri sera, lo fornisce Biglia che, nell'occasione del primo gol bianconero, perde visivamente e fisicamente Dybala. Errore imperdonabile.

Per il resto il Milan c'è, cresce nella sua dimensione di squadra, sta trovando una fisionomia e con un pizzico di fortuna in più la partita non l'avrebbe persa.

I limiti strutturali però pesano molto, non a caso 4 delle 5 sconfitte in campionato sono avvenute contro squadre superiori, leste a sfruttare ogni piccola crepa o lacuna.