kalinic

 

L'ultimo dei bocciati

 

Nonostante i precedenti la lezione non l'abbiamo ancora imparata

 

 

Tutte le attenuanti che vogliamo, aspettative deluse, frustrazione e morale sotto le suole delle scarpe ma bocciare un calciatore arrivato da poco più di due mesi è una cosa inconcepibile. Nikola Kalinic non è nel suo momento migliore, come d'altronde non lo è tutta la squadra, ma assordarlo di fischi al momento della sostituzione nella partita di domenica con il Genoa in segno di bocciatura in seguito ad una prestazione al di sotto delle aspettative proprio no.

Ci vantiamo di avere lungimiranza, ci vantiamo di avere il cuore più caldo, e uno stadio da sogno per metterlo in mostra ma se la pazienza si vendesse al kg al supermercato noi tifosi avremmo bisogno di farne una scorta formato quattro stagioni.
Anche se a volte dubito possa trattarsi di scarsa pazienza. Spesso mi sembra quasi riluttanza a mollare un'abitudine ormai radicata profondamente dentro di noi. Nei tren'anni di presidenza Berlusconi (ultimi anni a parte) senza nemmeno rendercene conto zompettavamo da un ciclo all'altro e da una Champions all'altra come se fosse una passeggiata di salute e nonostante di giocatori veramente scarsi ne fossero arrivati a bizzeffe spesso non avevamo il tempo di fischiarli perchè troppo impegnati ad esultare e ad applaudire i campioni già fatti.

Negli ultimi anni invece la cosa si è capovolta e i secondi momenti sono più numerosi dei primi. Pochi campioni e quelli che arrivano spesso bisogna attenderli per qualche tempo. Ma la scarsa abitudine a far ciò ci rende un popolo dal fischio facile e dal giudizio troppo frettoloso. E come saggiamente si dice  la fretta fa i figli ciechi.
Questo catalogare come brocco questo o quel giocatore la primo "tre per due" è una cosa che ultimamente ci sta sfuggendo di mano e che il prima possibile dovremmo imparare a mettere da parte. E a giustificare ciò ci sono almeno due precedenti, i più clamorosi, di cui dobbiamo tener conto. Inevitabile pensare a Suso, insultato "socialmente" come fosse il virus del vaiolo perchè era solo l'ultimo dei parametri zero portati da Galliani e Maiorino, felici di vederlo scasare quando andò a Genova e pronti poi però ad una guerra civile qualora la vecchia proprietà avesse deciso di sacrificarlo nel mercato estivo della stagione scorsa. Altro esempio Juraj Kucka. Ultimo degli affari tra Galliani e i "compagni di merende" pagato tre milioni, sempre rotto e giocatore che ha poi invece sorpreso tutti per rendimento e attaccamento alla maglia. Rivenduto ad un offerta troppo allettante ed oggi dopo due mesi siam qui a dire " porca miseria se ci fosse stato Kucka".

Kalinic non è Aguero, non è Benzema, non è Cavani e lo si capisce da quanto è stato pagato. Ma tenendo conto della rosa della scorsa stagione non è nemmeno il nuovo Bacca. Ci lamentavamo l'anno scorso di giocare spesso in dieci e Kalinic dopo Milan - Udinese non sta facendo faville ma di sicuro le prestazioni sul piano della volontà ci sono. L'anno scorso Gianluca Lapadula era diventato l'idolo delle folle perchè "almeno lui corre". Ora non dico di idolatrare Kalinic ma almeno non fischiarlo, per ora. E' in un ambiente nuovo, viene da un fastidioso infortunio e sta pagando anche lui il momento "no". Quando il momento generale diventerà "si", avremo la stessa fretta nell'applaudirlo?

 

 

 

 

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