Rivelazioni "sconcertanti"
Sconcerti ha precisato che Ronaldo nella Juve di oggi non giocherebbe in quanto non potrebbe ricoprire il ruolo di Mandzukic
Nel suo consueto articolo di oggi sul Corriere della Sera, Mario Sconcerti ha voluto affrontare nuovamente il tema "Cristiano Ronaldo riserva nella Juve". Sconcerti si è detto sorpreso del vespaio di polemiche suscitato nascondendo la testa dietro un dito per non ammettere di aver usato un paragone quantomeno ardito. In primo luogo il popolare giornalista fiorentino ha derubricato la sua tesi a provocazione. Legittimo certamente, ma poco convincente. In seconda battuta ha precisato che Ronaldo nella Juve di oggi non giocherebbe perchè non potrebbe ricoprire il ruolo di Mandzukic, sacrificandosi in fascia con la stessa abnegazione del croato.
Ora il punto è tutto quì. Sconcerti non pensa minimamente che dall'ipotetico undici titolare della Juventus possano uscire Higuain e Dybala per fare spazio a Cristiano Ronaldo. Questo è il vero errore concettuale. Se nella Juventus ci fosse CR7, qualsiasi allenatore savio di mente imposterebbe la squadra su di lui e le scelte sarebbero solo in funzione sua, non certo in funzione dei pur ottimi Higuain e Dybala.
Sia consentita a questo proposito una riflessione doverosa: l'esaltazione smodata che la stampa italiana dà della Juventus da alcuni anni a questa parte si basa fondamentalmente su due equivoci: il primo sono i risultati ed il secondo è il modo attraverso il quale gli stessi arrivano, ossia il gioco. Indubbiamente, guardando ai risultati, sei scudetti consecutivi sono un'impresa unica nel panorama italiano ma, se contestualizzati, ci si rende conto che la squadra juventina ha avuto un vero avversario solamente nel 2011-12.
Tolta quella stagione il monologo juventino è stato reso possibile dalla povertà degli avversari più che dai meriti propri che comunque sono enormi. Una grande vittoria però è tale solo in presenza di un grande avversario. Coppi non sarebbe stato Coppi senza Bartali ed il grande Real, a sua volta, trova nel confronto continuo col Barcellona lo sprone per migliorarsi e non sentirsi arrivato.
La Juve, stante la crisi delle milanesi, ha vinto 6 scudetti giocando contro nessuno dato che Roma e Napoli, ogni anno, si eliminano da sole dalla corsa al titolo pagando dazi salati alla loro sindrome di accerchiamento vittimista e perdente. Il secondo motivo è il gioco. La Juventus fa un gioco non da grande club europeo. Le sue imprese europee degli ultimi anni, ossia le vittorie contro Barcellona e Real Madrid nel 2015 e nel 2017, entrambe in casa, sono figlie della vecchia tattica italiana della difesa ferrea e del contropiede. La stampa italiana, mediamente, non li pungola mai sull'argomento, schiavi del talebanismo del risultato come mantra intoccabile.
Vero è che in Europa ha vinto anche il Chelsea di Di Matteo ma, quasi sempre, sono le squadre che credono nel gioco offensivo che portano a casa la coppa dalle grandi orecchie. Il livello conoscitivo del gioco in Italia è tale per cui una mossa difensiva da parte di Allegri è stata spacciata come mossa offensiva. Sto parlando del Mandzukic portato a fare l'ala sinistra nel 4-4-2. Tutti hanno paragonato tale mossa a Mourinho che, nel 2010, portò Etoo nella stessa posizione e vinse la Champions League.
Peccato che il camerunense era un attaccante rapido e bravissimo nel dribbling e quella mossa alzava il ritmo delle partite dell'Inter perchè Etoo veniva messo nelle condizioni di creare sempre la superiorità numerica con la sua abilità palla al piede nel puntare l'uomo. Mandzukic invece è un giocatore forte fisicamente che sulla fascia sinistra si sacrifica in non possesso ma non può saltare l'uomo perchè non ne ha le caratteristiche. Cosa ci sia di offensivo nel mettere una punta a sgobbare in fascia senza poter creare la superiorità numerica è uno di quegli enigmi che rimarranno senza soluzione nell'oscuro giornalismo nostrano. Un pò come lo "sconcertante" Cristiano Ronaldo che, alla Juve, farebbe panchina. Misteri del creato.
