Una squadra difficile da allenare

Anche senza Bonucci il Milan tiene il campo ma emergono limiti di organico

Altro giostra, altro giro, ma non cambia il risultato. Il secondo 0-0 consecutivo in casa contro il Genoa di Juric è un pò diverso rispetto al pari a reti bianche di giovedì.

Lo è perchè il Milan ha giocato oltre un'ora di partita in inferiorità numerica, con Bonucci che al minuto 25 ha colpito con una gomitata il genoano Rosi.

Inaccettabile e lo diciamo da milanisti. Il capitano del Milan non può cadere in questi tranelli da ragazzino di 18 anni. Anche se fosse stato provocato, certe cose non devono avere giustificazione.

Montella aveva preparato una partita accorta da vincere sfruttando le combinazioni strette fra Suso, Calhanoglu e Bonaventura.

Pur senza dominarla, la squadra rossonera stava controllando la partita e in due occasioni aveva anche creato i presupposti per andare in vantaggio.

Dopo l'espulsione del capitano del Milan si è così creata una seconda gara, con la formazione allenata da Montella che ha saputo tenere il campo con buon piglio, creando alcune occasioni e subendo qualche tentativo grifone.

Il pari è giusto per quanto visto sul campo anche se lo sforzo profuso dal Milan in condizioni di inferiorità numerica meritava probabilmente un riconoscimento diverso.

Non siamo ancora una squadra però e lo si nota dai dettagli. Senza Bonucci siamo tornati a giocare a 4 ma con questo sistema è difficile rinunciare a Zapata, unico difensore che ha i 30 metri.

Voglio approfondire questo tema. Il Milan è costretto a stare alto per accorciare le distanze fra i reparti dato che manca, in mezzo, un giocatore in grado di dare equilibrio alla squadra.

Per farlo tuttavia, deve schierare l'unico marcatore rapido dietro, ossia Zapata che, al netto della velocità, ha tanti limiti di concentrazione.

Per queste ragioni e per questi rilievi figli del campo, mi permetto di dire che questa squadra non è costruita in maniera ottimale, avendo buchi profondi che ne compromettono un veloce amalgama.