Una prova quasi ingiudicabile
L'espulsione di Bonucci ha influito notevolmente sulla prestazione del centrocampo e dell'attacco rossonero. Anche se...
E' davvero difficile parlare serenamente della partita di ieri pomeriggio. Tralasciando l'aspetto emotivo della vicenda, analizzare con lucidità e fermezza quello che è successo a centrocampo e in attacco nel Milan, a livello di prestazione, è davvero molto complicato. Oserei dire infatti, che la partita di ieri si può definire quasi ingiudibicabile per certi aspetti, in quanto la squadra è stata costretta a giocare in inferiorità numerica per oltre un ora a seguito dell'espulsione di Bonucci. Comunque allo stesso tempo, pare corretto anche analizzare la prestazione dei due reparti, lasciando in cantina questo aspetto che, per chi vi scrive, è stato determinante ai fini del risultato.
Prima di tutto, c'è una constatazione da fare, e che probabilmente metterà d'accordo molti tifosi; anche i più scettici: in dieci uomini il Milan ha giocato molto meglio, rispetto a certe partite di questo inizio di stagione. E' un dato quasi inconfutabile; nessuno avrebbe gridato allo scandalo sportivo se gli uomini di Montella ieri avessero portato a casa i tre punti. Tre punti che il Milan non ha preso, un pò per l'inferiorità numerica, e un pò per la poca precisione in fase offensiva, specialmente se riguardiamo la prestazione di Kalinic, per esempio. Già, il giocatore croato ieri era chiamato ad una grande prestazione; o meglio era chiamato a segnare goal pesanti. Goal che purtroppo non sono arrivati, un pò per la situazione di squadra generale, e un pò per l'incapacità dell'ex viola di farsi trovare pronto in area di rigore, come per esempio sulla palla tagliata in area lanciata da Suso. Un errore grave, sul quale molto del mio giudizio negativo si basa, al cospetto di una prestazione in cui nemmeno in fase di aiuto al centrocampo, il croato è riuscito ad essere utile. Certo, non possiamo di certo negare le difficoltà dovute all'uomo in meno , e a un centrocampo che specialmente nella fase offensiva fa fatica a dialogare con gli attaccanti, se non quando Suso decide che è il momento della giocata.
Come scritto ieri, sul piano dell'atteggiamento, alla squadra ieri poco si può dire. Il problema, ora come ora, è una classifica deficitaria nella quale siamo già lontani dalla zona europea di primo livello (per capirci i primi quattro posti), e un gioco che stenta ad arrivare. Anche se, questo motore di avviamento (se vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno) ha dato segnali di accensione già da qualche settimana. Una mano per far partire una volta per tutte questa berlina di alto livello, potrebbe darla per esempio Lucas Biglia, anche ieri apparso ancora lontano parente del giocatore visto negli ultimi anni alla Lazio. Tralasciando Suso infatti, l'argentino deve necessariamente aumentare il livello delle sue prestazioni. Il gioco della squadra passa dai suoi piedi e al suo cervello, che fino ad ora però, sembrano essere ancora imballati e appesantiti da una situazione che sta facendo vittime eccellenti ed inaspettate. Già perchè anche Bonaventura ieri, nel ruolo inedito di esterno di sinistra, non ha inciso, mentre discorso diverso per il combattente Borini: l'ex Sunderland ormai quando gioca, ricopre tre ruoli in campo abbinando quantità e discrete qualità. Insieme a Suso ieri, è stato il migliore dei rossoneri. Una spanna sotto invece per Kessie: sembrato in crescita, rispetto alle ultime gare non certo esaltanti, l'ex Atalanta è tornato a fare parzialmente quello che sa fare meglio: arare il campo con recuperi di pallone, e incursioni palle al piede.
In difficoltà si, ma non ancora perduti, e con una voglia matta di riscatto. Questo dovrà essere il motto per andare mercoledì sera a Verona, in casa del Chievo, a prenderci tre punti che sarebbero davvero fondamentali specialmente sotto l'aspetto psicologico.