europa league

 

L'apporto economico dell'Europa League

 

Quanto beneficio economico porta l'Europa League ai bilanci di una squadra italiana? Scopriamolo...

 

E' stato l'argomento principe delle tifoserie di Milan, Inter e Fiorentina nell'insolita lotta al sesto posto per l'accesso all'Europa League: "Ma conviene davvero entrare in Europa League"?

Economicamente, rispondendo su due piedi, diremmo di si. 

 

A dirlo, principalmente, è la Uefa, che qualche settimana fa ha pubblicato quanto verrà diviso tra le squadre partecipanti all'ultima Europa League. «I club partecipanti all'Europa League 2016/17 si divideranno un totale di oltre 399,8 milioni di euro», cosi' la massima istituzione calcistica europea. 

Tutti i profitti netti delle competizioni UEFA per club sono centralizzati e riassegnati alla UEFA Champions League e alla UEFA Europa League, con un rapporto fisso di 3,3:1.

Si calcola che i profitti commerciali lordi di tutte le competizioni calcistiche europee per club siano di circa 2,35 miliardi di euro. Il piano di distribuzione (comprese le quote fisse) si basa quindi su questo importo.

Di tale importo, il 12% (282 milioni) sarà dedotto per coprire le spese organizzative e amministrative della competizione, mentre l'8,5% (199,7 milioni) sarà assegnato ai pagamenti di solidarietà. Del risultante profitto netto di 1,86 miliardi di euro, l'8% sarà riservato al calcio europeo e rimarrà alla UEFA, mentre il restante 92% sarà distribuito ai club partecipanti.

In base alle suddette previsioni e assegnazioni, l'importo totale disponibile da distribuire ai club partecipanti nel 2016/17 è di 1,7187 miliardi di euro, di cui 399,8 milioni alle squadre di UEFA Europa League.

 

La suddivisione dei premi, poi, è calcolata dalla fase a girone in poi: «L'importo netto disponibile per i club partecipanti verrà ripartito con un rapporto 60:40 tra quote fisse e variabili (market pool). Pertanto, verranno distribuiti 239,8 milioni di euro come quote fisse e 160 milioni di euro come quote variabili (market pool)».

In base ai criteri pubblicati dalla Uefa, una squadra può ricevere al massimo 15,7 milioni di euro, senza contare la quota per il market pool ed il contributo di solidarietà.

 

Al discorso premi fissi, va aggiunto, come detto, il market pool, che è in parole povere la suddivisione delle quote di mercato televisivo. Quest'anno ha raggiunto poco più di 150 milioni.

Questa cifra verrà distribuita proporzionalmente secondo il valore del mercato televisivo dei club che partecipano alla UEFA Europa League (dalla fase a gironi in avanti) e verranno suddivisi tra le squadre di ogni federazione. Secondo il sistema in vigore, metà del valore di ciascun mercato verrà ripartito tra le squadre a seconda dei risultati a livello nazionale nella stagione precedente, mentre l'altra metà verrà suddivisa in un numero di quote pari al numero di turni della competizione e distribuita ai club nei vari turni della UEFA Europa League.

Un esempio concreto: la Fiorentina durante l'Europa League 2015/2016 ha incassato circa 6 milioni di euro dal solo market pool. Ovviamente più la propria squadra va avanti, più si incassa, sopratutto se le squadre della stessa nazione lasciano la competizione. 

 

Quindi, a spanne, tra premi fissi e variabili, una squadra che vince l'Europa League arriva ad incassare tra i 20 ed i 25 mln di euro. Ai quali vanno poi aggiunti ricavi da stadio (benchè non eccezionali per le italiane) e da sponsor (che pagano di più con più gare, sopratutto se internazionali). 

 

Tuttavia, nel report annuale calcistico, Price, in collaborazione con FIGC, sostiene, dopo un'attenta analisi, che in media i 6 club italiani che dal 2011 al 2016 hanno preso parte alla competizione europea di "serie B", arrivando dalla stagione precedente senza partecipazione alle coppe europee (come è il caso del Milan del prossimo anno) hanno visto i propri ricavi aumentare in maniera inferiore ai costi associati. 

11,5 mln di crescita dei ricavi, contro 18 mln circa di correlata crescita dei costi. Un dato che fa riflettere. 

Paradossalmente, invece, nei 9 casi in cui dal 2011 al 2016 una squadra italiana che aveva partecipato all’Europa League non ha preso parte alle coppe europee nella stagione successiva si sono registrati effetti positivi sul bilancio, con un risultato netto migliorato in media di 13,1 milioni.

 

banner orizz pubb mdtube

Su questo sito usiamo i cookies, anche di terze parti. Navigandolo accetti.