André Silva in azione contro l'Aek

 

Milan, "cinque attaccanti" non vuol dire pericolosità

 

Contro l'Aek Montella sceglie il talento, ma il risultato è solo tanta confusione. Sterili in avanti ed inconsistenti in mezzo. Il vestito non è ancora quello giusto, ed il tempo stringe

 

 

 

Nell’intervista pre-Aek Massimiliano Mirabelli era stato chiaro: anche per Montella il tempo sta per finire, il Milan deve diventare squadra e farlo in tempi brevi. Così, contro i greci, Montella ha provato il primo all-in della stagione. Locatelli unico centrocampista di interdizione in campo, e Suso, Bonaventura, Calhanoglu, Silva e Cutrone tutti insieme dal primo minuto. Il giorno dopo, alla luce dello scialbo 0-0 rimediato a San Siro, possiamo dire che l’esperimento non sia andato bene. Locatelli è parso per ampi tratti, nonostante la consueta grinta, annegare nel ben più folto centrocampo dei greci. Bonaventura si è reso protagonista di una prova scialba e inconcludente, nonostante l’ottimo secondo tempo nel derby avesse fatto sperare per il meglio. Suso ha provato a lungo ad accendere la luce, prima di uscire mesto sostituito da Borini nel finale. Calhanoglu non è pervenuto, come spesso accaduto in questa stagione. Silva non si è mai reso pericoloso dalle parti di Arestis, incappando nella prima notte cupa della sua avventura europea contro il Milan. Unica nota positiva è stato così Patrick Cutrone, capace di crearsi almeno due occasioni nitide, con movimenti intelligenti, svariando su tutto il fronte dell’attacco rossonero, vedendosi anche annullare uno splendido gol nel primo tempo per (presunto) fuorigioco.

L’esperimento dei 5 “tenori” non ha così dato i frutti sperati. Nonostante la grande dose di talento schierata, il Milan è parso confusionario dalla trequarti offensiva in poi, e poco presente in mezzo al campo, con il solo Locatelli capace di portare un pressing concreto ai modesti portatori di palla dell’Aek. D’altro canto, non è che la difesa rossonera abbia fatto meglio. Musacchio e Donnarumma, su tutti, si sono resi protagonisti delle solite indecisioni a cui ormai abbiamo fatto l’abitudine, Bonucci non ha affatto giganteggiato come i 42 Milioni investiti per lui vorrebbero, Calabria e Rodriguez hanno avuto per tutta la partita le polveri bagnate, spesso costretti a disimpegnarsi in zone non di loro competenza.

Quello che appare lampante, a poche ore dal match decisivo col Genoa, è che in panchina come in società regni la confusione. Serve immediatamente uno scatto di reni, perché la stagione del Milan è quasi compromessa.

 

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