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In difesa di Leonardo Bonucci

 

Il capitano rossonero sta subendo critiche figlie del pregiudizio e dell'ovvio

 

 

Dagli a Bonucci. Sembra questa essere la nuova moda che accomuna l'informazione italiana di stampo sportivo. L'avvento dell'ex difensore della Juventus al Milan non è stato particolarmente gradito dai benpensanti che, ad ogni piè sospinto, approfittano per rimarcare errori ed omissioni del difensore centrale di Viterbo. In realtà Bonucci, al netto di una condizione fisica che, come sempre, tarda ad arrivare ad inizio stagione, è sempre lo stesso giocatore che, negli ultimi anni, è entrato stabilmente fra i migliori giocatori della Champions League. Si tratta del difensore centrale migliore al mondo in fase di impostazione dopo quel mostro di Sergio Ramos, di uno che sia Guardiola e sia Conte avrebbero fatto carte false per portarlo nelle loro squadre.

E quindi? In realtà Bonucci è vittima di un pregiudizio e di una ovvietà. Il pregiudizio è quello verso il Milan dei cinesi, l'ovvietà invece riguarda la squadra in cui gioca. E' evidente che se passi dal giocare in una squadra organizzata e completa come la Juventus ad una squadra che si sta formando come l'attuale Milan, certezze e riferimenti non potranno essere gli stessi. Dovrai mettere in preventivo battute a vuoto e qualche brutta sconfitta. Bonucci, persona intelligente, sapeva perfettamente a cosa andava incontro passando al Milan ed era ben conscio del fatto che, agli inizi, ci sarebbero stati dei problemi. Se avesse voluto vivere di rendita sarebbe rimasto alla Juve. Invece è venuto quì e mercoledì sera è stato l'unico a parlare a fianco di Montella nel momento più difficile della stagione.

Segnali importanti, segnali da leader vero. Certo, Bonucci non è un grande marcatore. Non lo era al Bari e non lo è stato alla Juventus ed al Milan soffre la mancanza di marcatori puri al suo fianco. Il rendimento di Zapata e Romagnoli finora è stato meno buono del previsto mentre l'argentino Musacchio si è sinora rivelato un buon acquisto anche se non ha le caratteristiche del marcatore puro. Di base però deve crescere la tenuta di squadra e deve crescere il collettivo nel suo insieme. Ci vuole tempo ed anche pazienza. A chi ricorda, sommessamente, che Bonucci alla Juve rendeva perchè c'erano Buffon, Barzagli e Chiellini, andrebbe ricordato come Bonucci al suo primo anno alla Juve non rese pur essendoci i tre signori sopracitati. Quella Juve non era ancora squadra. Esattamente come il Milan di ora. Perchè a calcio si gioca in undici e di Messi e Ronaldo ce ne sono solo due.

 

 

 

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