vegan

 

Tra esperimenti, realtà e convinzioni

 

Il "vegan" nello sport non può essere un must!

L'esonero del preparatore atletico Emanuele Marra ha suscitato una varietà di discussioni, tra le quali quella secondo cui lo stesso avesse imposto alla squadra un regime di alimentazione vegano, e che tale scelta potesse essere uno dei motivi più compromettenti della scarsa resa in campo dei giocatori.

Partendo dal presuppopsto che la realtà dei fatti la sanno solo i diretti interessati e non credo si avrà mai l'esatta certezza su ciò, e che non credo eventualmente la dieta vegana sia il vero problema del Milan, è lecito solo fare alcune considerazioni su tale regime alimentare nello sport partendo da ipotesi. Precisiamo innanzitutto per chi non lo sapesse che lo stile vegano nonostante l'assonanza tra le parole, si differenzia e non poco da quello vegetariano. Lo stile vegano infatti non prevede l'utilizzo di nessun tipo di alimento di derivazione animale oltre naturalmente a tutti i tipi di carne, compresi ad esempio latticini e uova, invece previsti nella dieta vegetariana.

Con lo sviluppo dei protocolli di allenamento, si è finalmente capito quanto affiancare un alimentazione corretta alla giusta quantità e qualità di lavoro fisico non sia di semplice accompagnamento ma di fondamentale importanza. Il nocciolo della questione è l'estremizzazione a cui spesso i sostenitori di tali dottrine portano, e spesso non per questioni biochimiche o per teorie della scienza dell'alimentazione, ma per convinzioini che talvolta diventano più un dogma religioso che altro.
Questo detto senza criticare la coscienza di nessuno e il motivo per cui si intraprende tale scelta, ma arrivare a sostenere che lo stile vegano sia l'unico appropriato all'animale uomo, specialmente nello sport, è un eresia che sfocia spesso nel ridicolo e di certo non starò qui ad approfondire certe convinzioni paradossali.

Certo la casistica è molto ampia e senza dubbio ci sono stati dei casi dove la classica alimentazione onnivora non fosse la migliore e sia stato necessario modificare qualcosa diminuendo il consumo di carne, pesce e uova; molti meno quelli dove è stato necessario eliminarli completamente.
Leo Messi ha semplicemente limitato, seppur molto, il consumo di proteine animali per risolvere il suo problema che lo portava spesso a dar di stomaco anche in campo. Anche altri atleti di spicco del calcio e non come Sergio Aguero e Alberto Contador hanno dichiarato di aver tratto benefici da un regime particolare ma comunque vegetariano e non vegano.
Differente il caso di altri tre atleti del passato e del presente. Carl Lewis, il "figlio del vento" e pluriolmpionico ha dichiarato di essere vegano da sempre; Venus Wiliams tennista spesso n°1 WTA, per finire all'idolo dei Body Builders vegani Frank Medrano. Casi differenti tra loro: la tennista statunitense al contrario degli altri due ha adottato la dieta vegana solo quando ha dovuto limitare i sintomi di un infiammazione al sistema immunitario, evitando così di interrompere la carriera troppo precocemente.
Ma tutti e tre i casi hanno un minimo comune denominatore. Lewis e la Williams dei predestinati, dei talenti incredibili, ma che hanno avuto a che fare entrambi con la macchia del "doping". E per quanto riguarda Medrano si potrebbe scrivere un trattato. Quindi probabilmente la dieta vegana non è che sia così miracolosa. Anche perchè ricordiamo che Venus William aveva ottenuto grandissime vittorie già prima di cambiare vita.

Senza dimenticare che il regime vegano nello sport andrebbe ispezionato pasto per pasto per garantirne il grado di purezza. Avrebbe poco senso dichiararsi vegano se poi la quantità di proteine giornaliere per uno sportivo (circa 1.5 gr/kg di peso corporeo) viene raggiunta con l'integrazione, usando proteine del siero magari. un controsenso assoluto. Questo lascia molti dubbi, se pensiamo soprattutto a quanto la concentrazione di proteine nei cibi ad uso vegano come semi, legumi, frutta secca, tofu, quinoa e via discorrendo, sia molto inferiore rispetto a quella della carne, del pesce, delle uova e di alcuni latticini come la ricotta, il primo sale o anche il parmigiano.
Il regime vegano puro credo possa essere tranquillamente adottato da un non sportivo, il contrario mi lascia parecchio scettico.

 

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