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Cosa ha sbagliato la società?

 

Non ha senso criticare il mercato. Siamo ancora un cantiere aperto

 

La seconda sconfitta stagionale sembra aver scoperchiato il vaso di Pandora, scatenando discussioni di ogni tipo su tutto ciò che attiene l'ambiente rossonero. Critiche a Montella (che qualcuno vorrebbe addirittura sollevato dall'incarico), critiche al sistema di gioco ed alle scelte tecniche, critiche ai giocatori, e per finire non sono neanche mancate le critiche alla società, rimettendo in discussione anche le scelte con cui questa squadra e questa rosa sono state costruite. Certo gli umori dei tifosi sono pesantemente influenzati dai risultati, soprattutto dopo un estate vissuta all'insegna della esaltazione per gli investimenti fatti dalla nuova proprietà. Appare quindi comprensibile che la delusione sia amplificata davanti a certe prestazioni e risultati.

Fondamentale, in queste situazioni, sforzarsi di non perdere la lucidità nei giudizi e nelle riflessioni, provando a fare delle critiche che siano costruttive. Questa è la stagione della svolta epocale, quella che con il passaggio di proprietà si è prefissa di far tornare il Milan ai livelli che competono alla sua storia. Una stagione delicata, da non fallire, che ha bisogno che le scelte fatte abbiano un margine di errore ridotto al minimo.

Tralasciamo per un attimo gli aspetti tattici e tecnici e quelli che riguardano le capacità e le competenze di mister Montella, e concentriamo le nostre attenzioni su altro. Alla luce di questa prima parte di stagione non è possibile criticare il mercato condotto dalla società e la scelta dei giocatori acquistati. L'obiettivo dichiarato per questa prima stagione era ed è quello di arrivare in uno dei primi quattro posti della classifica, partendo dal presupposto che nessuno ha mai messo in dubbio che due posti siano già prenotati da Juventus e Napoli. Per raggiungere questo obiettivo era necessario ribaltare la rosa, e la cosa è stata fatta cambiando praticamente la metà dei giocatori. A conti fatti ed a mercato finito, possiamo concordare che la rosa allestita da Fassone e Mirabelli sia competitiva per raggiungere questo obiettivo. E di questo continuiamo ad essere convinti. Si può rilevare che qualcuno dei nuovi non si sia ancora espresso ai suoi livelli (vedi Bonucci), o che per altri il processo di ambientamento nel nostro campionato sia ancora di là dall'essere concluso (vedi Andrè Silva o Calhanoglu), ma nessuno credo che possa dire che gli acquisti fatti non siano all'altezza. Biglia si sta rivelando il giocatore di cui avevamo bisogno da anni, Kalinic un attaccante utile ed affidabile così come Musacchio, Rodriguez un grande esterno e Kessie un centrocampista dal potenziale altissimo. Conti è stato sfortunato per essersi giocato un crociato, ma nessuno credo possa dire che non sia un grande acquisto. Non possiamo neanche criticare l'acquisto di Borini, a patto che venga utilizzato come una alternativa a disposizione del mister e non certo come un titolare.

Si poteva fare di meglio? Sicuramente sì se si pensava di poter spendere più dei 230 milioni spesi e se qualcuno aveva l'ambizione di puntare allo scudetto. Se invece siamo concordi nel pensare che questa squadra sia costruita per arrivare in zona Champions allora non ce la sentiamo di accodarci a coloro che criticano il mercato della società. È parso evidente che il Milan in gare di un certo livello abbia evidenziato soprattutto problemi di atteggiamento, confermando che siamo ancora in presenza di un cantiere aperto in merito alle scelte tattiche ed alla scelta degli uomini da schierare ed alla creazione di un gruppo coeso che sia consapevole della sua forza. Ma nessun dubbio sulla scelta degli uomini arrivati a Milanello.

 

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