milan

 

Scacco matto Giampaolo

 

Il tecnico doriano indovina tutte le mosse. Montella troppo passivo

 

 

E' difficile oggi parlare solo di tattica. Lo è in ragione del fatto che qualsiasi modulo necessita comunque di una sua interpretazione e di impegno, dedizione e partecipazione alla causa.

Tutte componenti che ieri, purtroppo, sono mancate nel Milan scialbo e con l'elettrocardiogramma piatto, privo di scossoni anche dopo il vantaggio doriano.

Sul piano tattico vanno innanzitutto fatti i complimenti a Giampoalo che ieri ha mostrato chiaramente i limiti di una strutturazione come la nostra.

Montella ha scelto un 3-5-1-1 che doveva gestire il possesso, abbassare i ritmi e controllare la partita. Ha optato per Suso e Bonaventura in luogo di Andrè Silva e Calhanoglu in virtù di questa volontà.

Nulla di tutto ciò si è verificato però perchè è stata la Sampdoria ad imporci i suoi ritmi, venendoci a pressare sulla nostra prima uscita di palla dalla fase difensiva.

Questa situazione ha condizionato enormemente la nostra partita perchè i doriani, abilmente, ci facevano scivolare verso la fascia destra in fase di impostazione, tenendo Ramirez a uomo su Biglia.

Le qualità tecniche di Abate, Zapata e Kessie sono però inferori a quelle di Rodriguez, Romagnoli e Bonaventura e ciò ha portato il Milan a divenire schiavo di una partita collosa in cui non si è riusciti a proporre soluzioni d'uscita ragionevoli.

In casi del genere si ricorre alla palla lunga sulle punte ma Suso non è una punta fisica e Kalinic, abbandonato fra i due centrali doriani ha potuto offire un contributo limitato.

Quel che stride è l'atteggiamento della panchina. Nessun sussulto, nessun cambio in corsa. Visto il pressing ultraoffensivo della Samp erano possibili due soluzioni: una fonte di gioco in più (Locatelli per un difensore) oppure un'alta punta forte fisicamente al posto di Suso.

Montella ha scelto di non scegliere e si è così consegnato al tipo di partita voluto da Giampaolo. Il tutto condito dal piattume e dall'apatia della squadra che non ha mai avuto una reazione nervosa e che ha commesso disattenzioni marchiane.

Una domenica da dimenticare quindi, anche se l'allenatore ed i giocatori dovranno porre una seria riflessione sulla partita di Genova e dovranno dare risposte importanti soprattutto sul piano della personalità, elemento ieri completamente assente nei giocatori in maglia rossonera.

 

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