Tempi di rientro dopo un crociato
Andrea Conti e tanti casi analoghi
L'infortunio di Andrea Conti è certamente una brutta botta all'umore del ragazzo e di tutto il Milan che confidava molto nelle prestazioni dell'ex atalantino. Nel comunicato del club si è parlato di 6 mesi come tempi indicativi di recupero, salvo ovviamente complicazioni. In realtà, si sa che la questione non è realmente preventivabile da principio e spesso si indicano tempi più ampi per dare al giocatore tutta la tranquillità possibile nel percorso riabilitativo.
La rottura del legamento crociato anteriore è un infortunio grave ma, rispetto a qualche anno fa, i tempi di recupero per un giocatore sono più rapidi, anche se la tempistica biologica non può essere ignorata. La ricostruzione ha un’esecuzione tutta sua e molto dipende anche dal fisico dell’infortunato. Ci sono fattori determinanti come la conformazione scheletrica e nello specifico quella dell’articolazione colpita dall’infortunio, ma anche la capacità di cicatrizzazione e rigenerazione dei tessuti, il tono muscolare, nonchè la postura di ogni singola persona. Sono tutte variabili che è difficile prevedere in principio e che rendono la prognosi sempre molto eventuale.
Non sono rari, anzi, i casi di giocatori che hanno bruciato i tempi per il rientro in campo dopo una operazione al crociato anteriore. L'esempio più eclatante è Roberto Baggio che nel 2002 riuscì a tornare a giocare in meno di 80 giorni ma sono degni di nota anche Insigne che è tornato dopo 130 giorni, Perin dopo 112 giorni e Kharja in 105 giorni. Attenzione però anche a chi ha bruciato le tappe troppo in fretta. E' il caso di Florenzi che, l'anno scorso, provò a rientrare in campo in meno di 4 mesi dopo una operazione al crociato e, sfortunatamente, si è rotto di nuovo.
Fiducia quindi in un rientro in meno di sei mesi per Conti ma attenzione al voler esagerare. I tempi minimi biologici vanno comunque rispettati.