Tutto troppo 'peloso'
La Nazionale, la Rai, Buffon e quel Mirabelli tirato in ballo a sproposito
Ci sono fischi e fischi. Ci sono fischi sacrosanti e fischi che si possono discutere.
Quelli di Reggio Emilia, martedì scorso, in calce alla prima frazione di Italia-Israele sono stati strameritati da parte di un pubblico solitamente ben abituato allo stile calcistico del Sassuolo.
E invece no. La censura educata del collega Rai bordocampista, una sorta di soccorso azzurro, forse farà parte del contratto di esclusiva tra federcalcio e tv di stato: si può capire ma non giustificare.
Perché quei fischi, uno per uno, erano tutti giustificati dallo spettacolo scadente offerto.
Ancora più discutibile è la difesa d’ufficio firmata da Gigi Buffon che confeziona, quasi come a proposito del mostro var, una teoria pittoresca.
Ha eccepito il portierone nostro: “Da noi in Italia il possesso palla non è gradito. Se lo fanno in Spagna, magari con 100 passaggi corti di due metri, arrivano gli applausi”.
Raccontata così la storiella può trarre in inganno.
Il possesso palla fatto dalla Nazionale di Ventura martedì sera era, per dirla alla Brera, calcio masturbato: Verratti e De Rossi si scambiavano la palla ogni due secondi senza mai trovare uno sbocco.
Il tiki taka spagnola è un’altra cosa, ha un’altra musica, richiede specifiche esercitazioni e punta a trovare il pertugio dove far passare la palla mentre sono tutti in movimento intorno e lontano dal pallone.
La differenza è clamorosa e non solo dal punto di vista estetico.
Perciò il pubblico spagnolo, approva e si diverte dinanzi a certe esibizioni. Come quella di sabato scorso a Madrid.
Ci sono fischi e fischi ma anche casi pelosi.
L’ultimo sembra figlio del lungo, inevitabile e polemico derby che ha ripreso a decollare dalle parti di Milano. Ecco il riassunto delle puntate precedenti.
Marco Fassone, nel compilare il bilancio del calcio-mercato, racconta di un viaggio di Mirabelli a Cagliari per “spiare” Kessiè al fine di spiegare al pubblico che le operazioni di mercato eseguite dal Milan in estate erano frutto di approfondite visioni precedenti.
Di qui la palla avvelenata interista: “Ausilio è seccato con Mirabelli perché ha lavorato per il Milan quando era a libro-paga dell’Inter”.
Chi fa giornalismo, in questi casi, ha l’obbligo di approfondire. Ed ecco svelata la fak news.
Mirabelli compie l’ultimo atto “interista” con il viaggio per la convention a New York con la proprietà cinese. Dopo qualche tempo, informa la società di considerare conclusa la sua collaborazione, rescinde il contratto senza ottenere un euro, e anzi paga computer e cellulare ritirati.
A Cagliari, per seguire Kessiè, si reca il 18 settembre quando tutti sanno (perché è già uscita su Repubblica la notizia) che è lui il prescelto da Fassone per il ruolo di ds.
Non solo. Ma in Sardegna viaggia a spese proprie. E infatti quelli dell’Inter non possono mostrare la relativa nota-spese.