Il modulo della discordia
Il passaggio alla difesa a tre è stato fin troppo ritardato. Montella è chiamato ad un cambio tattico per la svolta dopo la batosta di Roma
Nella testa di Montella tutto era chiaro. Dal mercato sarebbe dovuta arrivare un'ala offensiva in grado di andare in doppia cifra a livello di realizzazione. Probabilmente anche una mezz'ala. Ecco che il 4-3-3 dello scorso anno, poteva trovare la sua continuità. Poi, Bonucci. L'arrivo del cetrale, avallato da Montella, ben felice di averlo dalla sua parte, ha cambiato i piani. Niente più ala, ma passaggio quasi naturale alla difesa a 3, data l'abbondanza di difensori centrali e terzini di spinta.
Da quel punto in poi il Milan si è incartato. E’ arrivato Kalinic, come richiesto da Montella, ma nel frattempo il tecnico non ha cambiato la propria, portando a 3 la fase difensiva.
Il perché? Due fattori principali. L’assenza di Romagnoli, unico centrale mancino in rosa, e la necessità di essere pronti subito per i preliminari di Europa League. Montella ha cosi deciso di rimanere sull’usato sicuro. Ma cosi' facendo è rimasto nel guado. E appena l'asticella si è alzata, vedasi le gare con Cagliari e Lazio, sono emerse in un solo colpo tutte le incongruenze e le fragilità della squadra schierata in questo modo.
Certo, supponenza e un filo di eccessiva esaltazione hanno aiutato non poco nel pasticcio di Roma.
Montella ha voluto proseguire su un modulo che molti giocatori conoscevano e con il quale si sentivano più sicuri.
Ora. il passaggio alla difesa a 3 è ormai obbligato, data anche la presenza di 6 centrali difensivi e 5 terzini. Con Romagnoli recuperato, Montella può passare alla fase due della sua idea tattica.
In Europa League, giovedi’ a Vienna, il primo crash test. Una prima versione, probabilmente "light", data la probabile assenza di Conti, perno di un ipotetico 3-5-2, in grado di dare corsa, copertura ma anche tanta spinta.
Interessante sarà vedere quale delle varianti tattiche sceglierà Montella. 3-4-2-1 con due tra Suso, Bonaventura e Cahlanogulo dietro una punta ? 3-5-1-1 con Bonaventura o Cahlanoglu a centrocampo e Suso dietro la punta ? Oppure un 3-5-2 classico, con due punte e due tra Suso, Bonaventura ed il turno, a sedersi in panchina ? La sensazione è che vedremo tutte e tre le versioni, con il 4-3-3 ad andare in soffitta, per un po', pronto ad essere tirato fuori alla bisogna e in caso di emergenza o necessità.
Più o meno quanto aveva fatto Montella stesso a Firenze. 3-5-2 ad alternarsi con il 4-2-3-1. L’allenatore campano, cosi’ facendo, ha raggiunto con i Viola, la semifinale di Europa League ed il quarto posto. La strada è segnata. Al Milan si augurano che il finale sia perlomeno il medesimo che Montella ha raggiunto sotto la Fiesole.