berlusconeide

 

Berlusconeide

 

"L’armi canto e ’l valor del grand’eroe che pria da Mediolanum, per destino, ai liti d’Europa et mundus errando venne"

 

In questa vera e propria opera, capitolo dopo cpitolo, vogliamo ripercorrere il viaggio fatto da Silvio Berlusconi nel mondo rossonero.
Ci atterremo ai fatti che hanno permesso al Milan, sotto la presidenza Berlusconi, di diventare il club più titolato al mondo.
Ripercorreremo "il viaggio" attraverso vittorie, sconfitte, aneddoti, soprusi ricevuti e visioni di un calcio diverso da quello che è oggi.
Non daremo giudizi. La storia sarà, come sempre, buona testimone.

Silvio Berlusconi, prima di acquistare il Milan, era un importante imprenditore nel ramo edilizio ed in quello del network televisivo.
Dopo aver trascorso la sua giovinezza come cantante e intrattenitore sulle navi da crociera insieme all'amico Fedele Confalonieri e come venditore porta a porta di scope elettriche insieme all'amico Guido Possa, decise di iniziare un’attività come agente immobiliare e fondò, all’inizio degli anni 60, la Cantieri Riuniti Milanesi Srl insieme al costruttore Pietro Canali.
Il positivo successo di questa prima intuizione imprenditoriale lo aveva successivamente portato a fondare la Edilnord Sas.
Nel 1964 così, l'azienda di Berlusconi aprì un cantiere a Brugherio per edificare una città modello da 4.000 abitanti i cui primi condomini furono pronti già dopo un anno. Si trattò di una delle primissime esperienze come costruttore post moderno.
Nel 1977, a coronamento di questa ampia e riuscita attività edilizia, Silvio Berlusconi viene nominato cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Giovanni Leone, un riconoscimento importante che, da allora, lo caratterizzerà anche come soprannome.

Ma la sua attività di riferimento, prima dell’acquisto del Milan, non era più l’edilizia, bensì la televisione. Nel 1976, infatti, una sentenza della Corte costituzionale aveva aperto la strada all'esercizio dell'editoria televisiva, fino ad allora appannaggio esclusivo dello Stato, anche ad emittenti locali.
Fu così che nel 1978, Berlusconi rilevò Telemilano dal fondatore Giacomo Properzj.
Telemilano era una televisione via cavo, operante dal 1 974 nella zona residenziale di Milano 2, un’emittente quindi dal seguito abbastanza limitato.
Sempre nel 1978, Berlusconi fonda Fininvest, una holding che coordina tutte le varie attività dell'imprenditore.
A Telemilano, due anni dopo (nel 1980), viene dato il nome di Canale 5 ed assume la forma di rete televisiva a livello nazionale, comprendente più emittenti.
Ma le sue grandi intuizioni non finirono certamente lì.

Il canale nel 1981 trasmise il Mundialito, un torneo di calcio fra nazionali sudamericane ed europee, compresa quella italiana.
Per tale evento, nonostante gli iniziali pareri sfavorevoli da parte di ministri del governo Forlani, ottenne dalla RAI l'uso del satellite e la diretta per la trasmissione in Lombardia, mentre nel resto d'Italia l'evento venne trasmesso in differita.
A partire dal 1981, Berlusconi inizia ad utilizzare la propria rete di emittenti locali come se fosse un'unica emittente nazionale: venivano registrati con un giorno d'anticipo il palinsesto e le pubblicità e li si trasmetteva il giorno seguente in contemporanea in tutta Italia.
Nel 1982 Berlusconi decise di allargare il gruppo con l'acquisto di Italia 1 dall'editore Edilio Rusconi e di Rete 4 nel 1984 dal gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore (all'epoca controllato dall'editore Mario Formenton).

All’alba del febbraio 1986 quindi, mese in cui si concretizzò l’acquisto del Milan, Silvio Berlusconi si presentava come un grande innovatore, un programmatore del futuro, un illuminato dell’imprenditoria che voleva portare il successo anche nel calcio.

Tuttavia qualche milanista, scottato da tanti presidenti passati, aveva dei dubbi.
Sarà poi la storia a fugarli.

...alla prossima con "Le balle di Farina"

 

 

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