discorso

 

Ripartire dagli errori commessi, subito!

 

Era il primo esame serio della stagione, e ne usciamo con una solenne bocciatura.

 

Dopo sei gare in cui abbiamo affrontato avversari alla portata, quella dell'Olimpico contro la Lazio rappresentava il primo test importante della stagione: sapevamo di dover affrontare una gara molto insidiosa, contro una squadra che neanche un mese fa aveva meritatamente battuto la Juve in Supercoppa Italiana, ma non pensavamo di uscirne con le ossa rotte. Si tratta ora di capire le motivazioni di una batosta di queste dimensioni.

L'impressione è che il problema più grosso sia stato di carattere mentale; di fronte alla prima avversità della gara (il rigore di Kessie su Luis Alberto) ci siamo completamente squagliati. È mancata una reazione di squadra, quella voglia di rimettere in sesto una gara che da quel momento, in meno di un quarto d'ora di gioco, ci è completamente sfuggita di mano. Ricordate il Milan di Montella dello scorso anno? Nonostante avesse a disposizione una rosa sicuramente inferiore, il Milan di Montella era un gruppo che reagiva ad ogni avversità, capace con il carattere di riaprire ogni partita, anche quando sembrava che le cose si mettessero nel peggiore dei modi. Qui invece di quel "sacro fuoco" non si è vista traccia. La motivazione credo risieda nel fatto che si tratti di una squadra completamente nuova, con metà della rosa composta da giocatori arrivati in estate. Il livello degli avversari affrontati nei preliminari di Europa League e nei primi due turni di campionato avevano creato un clima di eccessiva euforia, una sorta di convinzione che era stato facile, facilissimo assemblare una squadra completamente nuova. Ed invece il campionato italiano ti mette di fronte ad una realtà completamente diversa, con avversari di livello che riescono a mettere a nudo il fatto che il Milan sia ancora un cantiere apertissimo. La gara col Cagliari aveva lanciato qualche segnale di allarme, quella di Roma li ha confermati tutti.

Ed allora si tratta di farsi qualche domanda del giorno dopo. È evidente, per esempio, che soprattutto in attacco bisogna trovare delle soluzioni nuove, e che forse Borini e Cutrone siano da considerare dei buoni rincalzi, ma che là davanti serva qualcosa di diverso. Non si tratta di bocciare nessuno (Cutrone più che mai), ma è indubbio che mister Montella debba trovare delle soluzioni che siano all'altezza di una squadra che ambisce ad arrivare tra le prime quattro. Montella deve trovare la quadratura del cerchio, provando a mettere in campo la squadra più adatta rispetto alle caratteristiche degli uomini a disposizione. Sarà importante, a tal proposito, recuperare al meglio e subito gente come Romagnoli e Bonaventura, giocatori affidabili attraverso il cui completo recupero passa la possibilità che il mister adotti il modulo più adeguato.

Tuttavia, al di là degli aspetti tattici, l'impressione è che qualche uomo nelle ultime due gare abbia giocato con un atteggiamento poco adeguato, come se di fronte alle prime difficoltà abbia staccato la spina. Questa squadra deve crescere ancora in tutto, dal punto di vista tattico (e qui spetta all'allenatore), e nella capacità di diventare una squadra vera, consapevole della propria forza e tetragona di fronte alle difficoltà che ogni gara del campionato italiano ti presenta. Siamo ancora straconvinti che la rosa allestita dalla società sia in grado di puntare ai primi quattro posti della classifica, e non può essere questa prima batosta a farci cambiare idea.

Ed è per questo che la secca sconfitta di ieri debba essere una occasione per migliorarsi, per fare tesoro degli errori commessi, per lavorare sui limiti che ancora questa squadra presenta, e per fare gli aggiustamenti a livello tattico, o comunque nella scelta dei giocatori, che possano far rendere al meglio gli uomini a disposizione. Bisogna mettere a frutto gli insegnamenti lasciati da questa sconfitta, da subito, a partire da giovedì a Vienna e proseguendo per il doppio confronto casalingo che ci attende nei prossimi dieci giorni contro Udinese e Spal. Non bisogna fare drammi e perdersi in discussioni sterili, bisogna solo lavorare e credere nelle enormi potenzialità di questa squadra, che non cambiano anche di fronte a sberle come queste.

 

 

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