La lezione di Inzaghi
La Lazio mostra i limiti attuali del Milan ed alcune sue contraddizioni
Nella gara di ieri, Simone Inzaghi ha dimostrato chiaramente i limiti di questo 4-3-3 di cui si è innamorato Montella. Tutto nasce, mi spiace dirlo, dalla eccessiva sopravvalutazione generale di Suso che, al momento, trova la sua collocazione ideale come esterno destro offensivo nel 4-3-3.
Suso però non è Dybala. E' un giocatore tecnicamente importante ma senza il cambio di passo dell'argentino. Ciò lo rende facilmente raddoppiabile e, non a caso, nella scorsa stagione ha molto patito l'assenza di Abate che, con la sua corsa, gli toglieva il raddoppio avversario lasciandolo libero di accentrarsi e creare. Nel pomeriggio dell'Olimpico, Inzaghi lascia al Milan il possesso perchè sa bene che, contro una difesa schierata con linee strette, il Milan non sa cosa fare perchè non ha giocatori che saltano l'uomo sull'esterno e non ha due mezzali in grado di attaccare l'area di rigore coi tempi giusti con una buona continuità.
Con Cutrone centravanti poi, l'opzione di alzare la palla o di appoggiardi alla punta per salire diventa meramente residuale. La produzione offensiva del Milan, nel primo tempo, è stata una conclusione da fuori area di Kessie facilmente parata da Strakosha. La Lazio è poi andata in vantaggio su due episodi in cui il Milan si è disunito ma questi episodi nascono dal disorientamento della squadra, incapace di produrre una sola azione offensiva reale. I giocatori in campo sanno la verità e capiscono subito chi, fra gli allenatori, ha letto meglio la partita.
Contro la Lazio, Inzaghi ha surclassato Montella ed ha dimostrato i grossi limiti di questa strutturazione, soprattutto in fase di possesso. La soluzione, a mio avviso, sta in un cambio del sistema di gioco che non può prescindere dalle due punte vicine dato che questa squadra ha troppi pochi gol nel carnet del suo centrocampo.