Libero sotto attacco
Vittorio Feltri: "Perché ci vogliono uccidere"
Vivissimi complimenti alla Federazione della stampa e all'Ordine nazionale dei giornalisti. A forza di accusarci di usare il linguaggio dell' odio invece di quello della ipocrisia, sono riusciti a scatenare una guerra cyberterroristica contro Libero, il cui sito web è stato bombardato, silenziato e oscurato dai banditi tecnologici.
Questa è la dimostrazione che i cultori dell'odio non siamo noi bensì la categoria cui non ci onoriamo di appartenere, la quale mettendoci all'indice e minacciandoci di sanzioni solo perché diciamo la verità sugli immigrati, ha incitato i malviventi a uccidere la libertà di informazione. Il sito del giornale infatti è stato assassinato con le sue 60 milioni di pagine. Mentre scrivo le presenti note segnalo che l'Ordine e la Federazione tacciono, forse - e me lo auguro - si vergognano di averci linciati provocando il misfatto, cioè il proditorio assalto dei criminali alla testata che curiamo con scrupolo. Le parole che i due citati enti hanno dedicato ai miei colleghi, e anche a me, sono state di una tale violenza da avere indotto i terroristi a colpirci, privando i lettori di una fonte giornalistica anticonformista e non allineata al cosiddetto pensiero unico. Ordine e Federazione dovrebbero essere al servizio del libero pensiero, invece sono complici di coloro che desiderano imbavagliarci e sono capaci di farlo con estrema facilità grazie a tecniche telematiche.
Trattasi di uno scandalo da denunciarsi pubblicamente nella speranza che qualcuno intervenga per ripristinare i principi di democrazia. Un organo di informazione non va mortificato al punto da non essere in grado di esprimersi causa una manomissione delinquenziale. E che ciò avvenga con il tacito consenso dell'Albo e del sindacato costituisce un precedente di inaudita drammaticità. Di quali colpe ci saremmo resi responsabili? Abbiamo scritto che i migranti portano miseria. Non è forse vero? Abbiamo scritto che portano malattie. Non è forse vero? Oggi scriviamo che i bambini compatrioti sono obbligati a vaccinarsi per frequentare la scuola, quando viceversa a ogni straniero non facciamo neanche le analisi del sangue complete. Pertanto qui entra chiunque, inclusa gente affetta da chissà quali patologie. Ovvio o no? Precisare questi concetti significa essere razzisti o realisti?
Niente da fare, inutile discutere. La logica e la ragione non hanno diritto di cittadinanza. Lo ius soli è riservato agli extraterrestri, a noi è negato dai farabutti terroristi e nessuno interviene per fare giustizia. Ci massacrano sotto gli occhi indifferenti delle autorità e della squallida corporazione dei pennini. Che fa il governo per ripristinare la legalità? Naturalmente i colleghi ridono sotto i baffi. Sono felici che Libero, essendo in crescita esponenziale sia nel mirino dei cancheri - manovrati da chi? - che ambiscono a fucilare chi non si piega al politicamente corretto e non frequenta la bottega delle banalità di regime.
La redazione mi comunica che la Federazione, a conoscenza della situazione in cui ci troviamo, vittime di un attentato, ha emesso un comunicato in cui, dopo una riga di pelosa solidarietà, ribadisce la sua condanna a Libero accusandolo addirittura di apologia del fascismo. Cosa c'entri il fascismo in questa storia non è dato sapere. Qui occorre il soccorso di qualche psichiatra di valore.
Apprendo in questo istante che puntano a processarci perché abbiamo riportato sul cartaceo i verbali dello stupro di Rimini. Documenti ufficiali, non chiacchiere. La stampa ha divulgato per anni atti giudiziari, intercettazioni comprese, riguardanti inchieste varie e mai nessuno ha avuto da obiettare. Noi riferiamo di una aggressione a sfondo sessuale che ha indignato la nazione e siamo perseguiti. Da chi? Dagli avvoltoi. Aggiungo che i cyberterroristi ce l' hanno col sottoscritto, personalmente. Sostengono che se a me non importa niente degli immigrati, a loro non importa nulla di me. Giusto. Ma se per loro conto zero come mai sparano su questo giornale?