Inizio campionati, stop mercato
Come sempre, la Premier è davanti a tutti nelle scelte di sistema
La Premier League ha deciso: nel 2018 il calciomercato estivo chiuderà, per quanto concerne le entrate, il giovedì prima dell'inizio del campionato, ossia il 9 agosto 2018. Una decisione clamorosa e, nella stesso tempo, coraggiosa. La Premier, da oltre un decennio, è davanti a tutte le altre leghe europee per quello che concerne la capacità di operare le scelte più pertinenti in riferimento al mondo calcistico.
La massima lega inglese non a caso, è stata la prima lega europea a scegliere di andare a vendere i diritti televisivi in Oriente, adeguando i propri orari a quelli di un mercato nuovo e, sostanzialmente, da scoprire. Quella decisione ha portato il campionato inglese a incamerare introiti eccezionali come diritti televisivi, basti pensare che oggi il campionato inglese fattura cinque volte quello che fattura la Serie A. Questa capacità di guardare al di là del proprio naso è il vero segreto di quella che ormai, sul piano calcistico, è la vera e propria NBA del calcio.
A tal proposito non sfugga la portata epocale dell'ultima decisione presa. Un campionato ha successo se i suoi presupposti di trasparenza sono garantiti al massimo ed i vertici della Premier hanno intuito che un campionato che inizia con una vasta quantità di giocatori non sereni e di difficile gestione in riferimento alla propria situazione contrattuale (che oggi magari sono nel Chelsea e domani potrebbero essere nel Manchester United) potrebbe perdere nel lungo periodo appeal fra appassionati di calcio. Da quì la cura immediata: con l'inizio del campionato, il mercato deve essere chiuso. Detto fatto, al pensiero è immediatamente seguita l'azione.
Sarebbe senza dubbio auspicabile che anche le altre leghe europee seguissero questo esempio, ma è lecito avere qualche dubbio in merito. Il vero segreto del successo della Premier d'altronde, si trova nella sua capacità immediata di leggere ed intuire gusti ed intenzioni del suo pubblico. Questa capacità manca a troppi, specialmente tra i dirigenti nostrani che, ancora oggi, faticano a digerire una partita di cartello alle dodici e trenta della domenica. L'auspicio è che, almeno sul terreno della trasparenza e della credibilità, i tempi di attesa non siano biblici come nel recente passato.