Milan - Cagliari: moviola e VAR
Più di un grattacapo per Pairetto che non chiama mai direttamente in causa la VAR. Ma restano dubbi
C'è più di un episodio che vale la pena analizzare alla moviola in quanto non tutte le decisioni dell'arbitro Pairetto sono sembrate non proprio chiare e corrette.
Poco dopo il vantaggio del Milan Joao Pedro si lascia cadere platealmente in area di rigore, simulando un contatto con Riccardo montolivo che però in maniera evidente sottrae la gamba. Ineccepibile il giallo estratto dall'arbitro.
Sempre nel primo tempo l'episodio più contestato. Leonardo Bonucci mette un braccio addosso a Joao Pedro che va a terra dentro l'area di rigore. Pairetto lascia correre senza far ricorso alla VAR. Innanzitutto spieghiamo il motivo corretto per cui l'arbitro non ha fatto ricorso all'aiuto dell'assistenza video. La VAR deve essere chiamata in causa solo per episodi limpidi e lineari, senza lasciar spazio alle interpretazioni. Come potrebbe esseer interpretabile in questo caso l'entità della trattenuta, indecifrabile dalle immagini. Secondo, capire dove il fallo inizia realmente. A nostro parere, analizzando i fermo-immagine comincia fuori area, quindi sarebbe stato calcio di punizione con, attenzione, ammonizione per il capitano del Milan e non espulsione. Questo perchè è vero che Bonucci sarebbe ultimo uomo, ma l'attaccante del Cagliari in quel momento non eveva il chiaro possesso del pallone, condizione necessaria per estrarre il rosso. La palla invece era distante da dove è avvenuto il contatto.
Nel secondo tempo, sul punteggio di 2-1 per il Milan Riccardo Montolivo finisce giù in area rossoblù nei pressi della linea di fondo. L'arbitro lascia proseguire, ma la trattenuta di Ionita è abbastanza netta. Ci stava il calcio di rigore.
Ultimo episodio: Kessiè sguscia a Capuano sulla destra e insacca tra le gambe di Cragno. L'arbitro Pairetto fischia il fallo prima che l'ivoriano rossonero concludesse , quindi non parliamo di gol annullato. Decisione tutto sommato che ci sta. Le trattenute sono reciproche, ma Kessiè ha l'aggravante di farlo in maniera troppo vistosa.
