Ma parla proprio Pallotta?
Probabilmente il numero uno giallorosso ha capito che presto, in caso di ritorno alle origini di Milan e Inter, potrebbe crollargli il mondo da sotto i piedi
Nel pomeriggio di ieri, in un'intervista, James Pallotta ha sparato a zero sul Milan e sulla nuova proprietà.
Queste le sue parole: "Non ho idea di cosa stia succedendo. Non ha senso. Non hanno i soldi in primo luogo per comprare la squadra, visto che hanno preso 300 milioni in prestito da persone che conosco a Londra, a un interesse piuttosto alto. Stanno spendendo per giocatori e pagheranno le conseguenze a un certo punto. Loro dicono che è tutto per qualificarsi alla Champions League, ma non sarà abbastanza. Quando gli stipendi saranno uguali ai ricavi, non so che diavolo succederà. Sono gli unici in Serie A che stanno perdendo la testa!”.
La risposta del Milan, logicamente, non si è fatta attendere e tramite un video pubblicato sui social rossoneri Marco Fassone ha voluto chiarire la situazione smontando ogni dubbio sollevato dal numero uno giallorosso. Queste le parole dell'AD rossonero: "Devo dire che sono sbalordito. Quando stamattina ho letto queste dichiarazioni. Primo per lo stile, è inusuale - almeno in Italia - che un club attacchi in modo così diretto e con questa terminologia una consorella. Secondo per le imprecisioni contenute in queste dichiarazioni. Sentir dire che la proprietà del Milan non ha i soldi per comperare il club è sbagliato, quando tutti sappiamo che qualunque operazione di questa entità viene fatta abitualmente con la leva finanziaria. Secondo, quando si parla di cifre totalmente sbagliate. Oramai tutti sanno che la parte dei soldi relativi al fondo a cui fa riferimento il presidente Pallotta, e cioè il fondo Elliott per finanziare l'acquisizione del Milan - è di 180 milioni su un valore del club di 740 milioni. Ripeto, imprecisioni da una parte e stile dall'altra quantomeno discutibile. Io non so lui a cosa si riferisca quando dice 'pagheranno le conseguenze'. Non so se è una minaccia o no. Noi, tutti lo sanno, abbiamo emesso un bond - pari a 50 milioni di euro - che è totalmente destinato a finanziare la campagna di questa estate. Siamo, al momento, ampiamente al di sotto del consumo di questo bond. Ci sono dei piani pluriennali che, per altro, oltre ad aver presentato ad un CdA che è fatto da personaggi di qualità come Paolo Scaroni, Marco Patuano, Roberto Cappelli, che dovrebbero essere per qualunque tifoso e qualunque italiano la più totale garanzia. E' stato presentato alla UEFA nell'ambito di un voluntary agreement. Tutti lo conoscono, è pubblico e potrà vederlo tranquillamente anche il presidente Pallotta. Quindi sono minacce, se sono minacce, che francamente respingo al mittente. Io non so come lui possa pensare che gli stipendi del Milan un domani possano essere uguali ai ricavi. Tutto il nostro piano prevede che gli stipendi rimangano sulla soglia che è tra il 50 e il 60% dei ricavi della società. Quest'anno è così. Noi siamo partiti da una soglia molto bassa, perchè nella precedente gestione gli stipendi erano al di sotto di una soglia ampiamente competitiva e poi, ritorno anche al discorso di prima dell'indebitamento. Il livello dell'indebitamento del club è di 120 milioni di euro. Rispetto al fatturato del club è straordinariamente migliore di quello che ha la Roma, che ha la sfortuna di essere quotata in borsa e quindi un bilancio pubblico. Io non mi permetto di commentarlo, ma chiunque lo può andare a vedere e verificare il livello di indebitamento. Non mi preoccupa che il presidente Pallotta non capisca come possa spendere il Milan, mi preoccupa di più quando fa l'accusa di 'perdere la testa'. Noi manager cerchiamo di essere razionali e di essere freddi. Non siamo tifosi, ogni investimento è calcolato e basato sul fatto che si pensa di ripagarlo con i ricavi aggiuntivi che questo investimento porterà. Lo pregherei di tenere conto del fatto che i giocatori che abbiamo acquisito fino a questo momento sono giocatori che vanno nell'asset della società, che patrimonializzano il club e che danno un valore. Quando si acquista una società - e il presidente lo fa bene perchè lo fa di mestiere - si guardano gli asset che questa ha in pancia e nel nostro caso gli asset sono quasi unicamente i giocatori. Quelli che abbiamo acquisito sono giovani e di grande prospettiva e che noi pensiamo ci diano risultati sportivi nel breve e risultati economici nel medio periodo. Il Milan va avanti, certo mi ha dato una sveglia queste dichiarazioni del presidente. Rinnovo veramente a lui l'invito, quando lui vorrà, io sono qui in Italia e lavoro 20 ore per il Milan. Sono a sua disposizione per confrontarmi sui bilanci miei e di quelli della Roma. Se devo imparare qualcosa sono disponibile ad impararlo, ma le critiche fatte in questo modo un po' di fastidio me lo danno".
In seguito sono arrivate anche le scuse di Pallotta tramite un comunicato sul sito della Roma: "Mi scuso se ho avuto informazioni imprecise. Tengo molto al calcio italiano e al suo ritorno ai vertici. A questo proposito, mi aspetto che tutti i club diano il proprio contributo verso un campionato più forte e sostenibile, come stiamo facendo noi della AS Roma. Auguro all'AC Milan e ai suoi nuovi proprietari le migliori fortune e attendo con piacere che la sua dirigenza e la nuova proprietà collaborino al nostro fianco in maniera incisiva per lo sviluppo della Serie A".
La scorsa settimana sulla Gazzetta si parlava di vari club che si erano lamentati con la Uefa per la libertà di spesa dei rossoneri in ottica FPF. Con ogni probabilità un nome è stato già svelato: la Roma. Chiariamo subito: il Milan adesso non deve sottostare alle stupide e inutili regolo del FPF. Quando dovrà farlo chi lo dice a Pallotta che il club non le rispetterà?
La verità è che molti personaggi probabilmente si erano abituati troppo bene e tra questi c'è proprio James Pallotta visto che è arrivato proprio all'inizio del declino rossonero e ogni anno si sentiva la qualificazione Champions League in tasca (nonostante ció è riuscito a rimanerne fuori anche in qualche occasione), ma adesso non sarà più così visto che le concorrenti stanno tornando, concorrenti pronte a far tornare la Roma dove è sempre stata.
A qualcuno faceva comodo che il Milan fosse gestito in quella vergognosa maniera, molto comodo. Ma ora finalmente non è più così e cominciamo a scricchiolare i primi castelli. Il presidente giallorosso dovrebbe pensare meno alle rivali e più alla sua società visto che non è certo amato dai sui tifosi e non è colpa di altri se negli anni a causa di mancanza di ambizioni e bisogno di liquidità ha dovuto cedere i vari Pjanic, Lamela, Benatia, Marquinhos, Romagnoli, Gervinho e pochi giorni fa anche Paredes, Rudiger e Salah. Si è salvato il solo Nainggolan (ma sarà solo questione di tempo), probabilmente anche grazie allo stesso Milan visto che è subentrato all'accordo tra Atalanta e Roma per Kessie, accordo che i giallorossi avevano difficoltà a rispettare per questioni di bilancio. In tutto questo lo stesso Pallotta ha contribuito a far scappare Spalletti dalla Roma a causa della mancanza di ambizioni e ha decretato la fine della carriera di un mito come Francesco Totti che avrebbe continuato ancora per un'altra stagione senza nessun problema.
Ormai fare le pulci a tutto ció che succede intorno al Milan è diventato uno sport nazionale, ma il numero uno giallorrosso è proprio l'ultimo a doverne parlare visto che il suo unico interesse non è la sua squadra ma costruire lo stadio, in caso non gli venga concesso il permesso ha già dichiarto di voler vendere la Roma. Saranno contenti i tifosi della società capitolina di queste dichiarazioni e probabilmente sotto sotto sperano che l'ok per lo stadio non arrivi mai...