Accadde oggi, 29 luglio

Tre compleanni, tra cui Amarildo e Pierangelo Belli, portiere innegabilmente 'sfortunato'

In data odierna, registriamo ben 3 compleanni ed un decesso, purtroppo.

I compleanni sono di Amarildo (nome per esteso: Tavares Amarildo De Silveira, 1940), Riccardo Innocenti (1943) e Pierangelo Belli (1944).

Amarildo passò dal Botafogo al Flamengo e poi, siamo nel 1963, al Milan, acquistato dal presidente Felice Riva. In rossonero resterà 4 stagioni (131 presenze, 38 gol), vincendo praticamente nulla, una Coppa Italia nel 1966/67, sua ultima stagione a Milano. Verrà ceduto alla Fiorentina e qui vinse lo scudetto del 1968/69. In riva all'Arno giocherà fino al 1970 per poi scendere a Roma (due stagioni) dove concluse la sua avventura italiana. Tornerà in Brasile e chiuderà la carriera al Vasco de Gama. Con 10 espulsioni, risultò essere il giocatore non difensivo più falloso insieme a Sivori.

Pierangelo Belli, ruolo portiere, è il classico giocatore al quale 'mancherà sempre tanto così'. Cresciuto nelle giovanili del Milan, andò prima a Chieti e poi a Lecco per fare esperienza e tornò alla base nel 1966, come secondo di Barluzzi. Ma nel 1967 il posto diventò suo; secondo di Belli era però un certo Fabio Cudicini. Conosciamo tutti la piega che presa la vicenda; purtroppo per Belli, si infortunò e fece così da riserva a Cudicini per il resto della stagione e per i successivi 3 anni. Quando Cudicini si ritira, Belli pensa che il posto diventi suo: sbagliato. Ecco invece che in prima squadra viene promosso William Vecchi, che si prenderà i guantoni di n. 1. L'anno successivo, Pierangelo verrà ceduto al Verona ma solo dodici mesi dopo si ritira dal calcio ad appena 30 anni, demotivato ma anche a causa di un lutto familiare. Tornerà sui campi due anni dopo con la Pro Sesto e chiuse definitivamente col calcio nel 1979, dopo aver indossato per 2 stagioni la maglia del Legnano.

Come ricordato in precedenza, il 29 luglio ci lasciò Carlo De Vecchi (1960), una sola stagione al Milan (1913/14), zero reti all'attivo. Carlo aveva un soprannome decisamente curioso: 'Nipote di Dio'.