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Accadde oggi, 16 luglio

 

Oggi morì Ghiggia, protagonista del Maracanzo del 1950, rossonero per una stagione

 

Il 16 luglio del 1905 nacque Paolo Silvestri, un solo anno in rossonero (1934/35: 20 presenze, tutte partendo titolare, e due gol, entrambi in casa, entrambi nei primi tempi ed entrame le partite terminarono 2-2, una con l’Inter e l’altra contro l’Alessandria).Furono invece due i rossoneri defunti in questa data: Luigi Forlano (1916) e Alcides Ghiggia (2015). E non sono certo due personaggi ‘in cerca d’autore’. Seppur con la nostra maglia fecero ben poco, le loro carriere e le loro esistenze furono così interessanti che mi vedo quasi obbligato a parlarne.

Luigi Forlano, piemontese della provincia di Asti, nel Milan passò senza lasciare tracce; per lui una sola presenza e zero gol. Scese in campo il 17 gennaio 1909 nel derby US Milanese-Milan terminato poi 3-1. Di Forlano si sa davvero poco ma è certo che fu tra i soci fondatori della Juventus ove vi militò per 6 stagioni, collezionando 17 presenze e 4 reti. Perì in guerra, in Slovenia, precisamente a Oppachiasella, nel 1916, all’età di 32 anni: era ufficiale dei bersaglieri. La curiosità, purtroppo, sta anche nel fatto che il figlio di Luigi Forlano, Bruno, anch’egli intraprese la carriera calcistica (giocò nel Novara) e pure quella militare, morendo durante la seconda guerra mondiale, in Russia.

Veniamo ora ad Alcides Ghiggia; di sé amava dire: ‘Solo 3 persone sono riuscite a zittire il Maracanà: Frank Sinatra, Giovanni Paolo II ed io’. Una vita avventurosa e colma di enormi soddisfazioni quella di Ghiggia; fu lui infatti a decretare la sconfitta interna del Brasile (il celebre ‘Maracanazo’) ad opera del suo Uruguay proprio il 16 luglio del 1950 ai Mondiali brasiliani, quando la celeste vinse il secondo Mondiale della sua storia. Lui e Schiaffino demolirono la nazionale verde-oro e fecero calare il silenzio su tutto il Maracanà, gettando nella disperazione i 200000 tifosi accorsi per la finale. A fine gara Ghiggia fu raggiunto e malmenato da alcuni tifosi che non la presero sportivamente, tanto da non poter più giocare per un anno intero, da come era stata ridotta la sua gamba sinistra. Dopo una squalifica di un anno per aver aggredito un arbitro, nel 1953 accettò l’offerta della Roma e giunse in Italia. In giallorosso restò ben 8 anni ma vinse praticamente niente, tranne una Coppa delle Fiere. Per assaporare il gusto di uno scudetto dovette venire al nord, al Milan, col quale contribuì al tricolore del 1961/62, scendendo in campo però solo 4 volte. Al termine di questa esperienza tornò a Montevideo e si ritirò a 42 anni.

Ghiggia perse la fascia di capitano della Roma dopo che il calciatore subì una condanna a due mesi e 20 giorni di reclusione per ‘atti osceni in luogo pubblico’ quando fu sorpreso appartato con una quattordicenne. La ragazza poi diventò madre e Alcides riconobbe il figlio come suo. 

Il Brasile, quasi 60 anni dopo il Maracanazo, gli dedicò un posto nella ‘Walk of Fame’ giusto al Maracanà ed anche la Roma lo annovera nella propria ‘Walk of Fame’.Si spense per un attacco cardiaco il 16 luglio del 2015: era l’ultimo reduce di quella partita e fu anche l’ultimo nazionale campione del mondo del 1950 a perire. Bizzarra coincidenza:  Brasile-Uruguay si giocò il 16 luglio del 1950 e lui morì il 16 luglio del 2015.

 

 

 

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